Pellegrini cura azzurra

 

Corriere dello Sport (R. Maida)Discusso nella Roma, splendente in Nazionale. Non è la prima volta per un giocatore della Roma, per un giocatore nato a Roma. È capitato anche ad un mostro sacro come Daniele De Rossi, per esempio, in vari frammenti di una luminosa carriera. Ma Lorenzo Pellegrini comincia a dare segni d’insofferenza: non altrimenti si spiega l’esultanza dopo il gol all’Olanda, dita puntate contro le orecchie, come a chiarire che no, lui alle critiche non bada. A 24 anni, dopo aver dimostrato con i fatti di volere giocare nella Roma e di restare nella Roma, Pellegrini non si aspettava di incrociare scetticismo al suo passaggio, proprio dalle persone che vorrebbe più vicine. Eppure è il primo a saper riconoscere di aver vissuto un anno difficile tra infortuni e partite un po’ così. Solo che spesso, forse per la pressione della maglia che ama, non ha saputo attraversare il guado che separa il talento emergente dal calciatore incompiuto.  Pellegrini è pronto a svolgere qualsivoglia compito gli venga affidato, sia per rispetto degli allenatori che puntano su di lui sia per una questione di curiosità, per mettersi alla prova. Nel frattempo era venuto il il cambio di ruolo nella Roma, determinato dalla necessità di Fonseca di sfruttare l’esperienza di Pedro e Mkhitaryan senza perdere qualità nel palleggio. E Pellegrini, al netto del fallo di mano in area, ha reagito con un’ottima prestazione contro la Juventus. A Udine è andato molto bene, ma questo non rende meno interessante il progetto tecnico-tattico della Roma: utilizzare un’altissimo numero di giocatori di talento per essere propositivi e meno remissivi nell’atteggiamento. Nel frattempo, dopo i primi contatti, la società aspetta che si sistemi il direttore sportivo per sottoporre il rinnovo contrattuale. 

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