Corriere dello Sport – Pallotta: «Voglio restare almeno 20 anni. E… vincere»

Mr. President… «No, chiamatemi Jim». Quarto piano, uffici della Raptor, la società finanziaria di hedge fund da lui creata, sopra un mega store della Apple. Ecco Jim Pallotta(…). «Voglio costruire – inizia così – voglio restare alla Roma per tanto tempo almeno vent’anni. Voglio portare questo club ai massimi livelli, sia da un punto di vista societario che di risultati, ma tutto in un giorno non si può fare, con i miei Celtics sono serviti cinque anni. Anche Roma non è stata costruita in ventiquattro ore, ma è la città perfetta per quello che vogliamo fare». Sorride, rilassato, un block notes giallo dove si appunta le domande e poi via a raccontare qual è e come sarà la sua Roma. «Abbiamo la squadra più giovane, abbiamo il futuro. Dicono che abbiamo problemi economici, ma non è vero e non venderemo mai giocatori per sanare il bilancio e non cediamo nemmeno quote operative». Ma gli investitori sì, quelli arriveranno perché la Roma è un brand che piace. «Mi telefonano, mi contattano dall’Europa al Medio Oriente, dall’Asia agli Stati Uniti e anche il Sudamerica. Stiamo creando una società appetibile per chi vuole investire. Abbiamo la Morgan Stanley, una delle più conosciute società finanziarie che ci procurerà investitori, ecco come sta crescendo la Roma. Ci mancano 75 milioni di euro per avere la tranquillità, ma di potenziali nuovi soci ce ne sono e poi ho intenzione di portare alla Roma anche atleti famosi e celebrità». E quando si parla di possibili new entry il pensiero non può però che tornare allo sceicco, già il famigerato Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi: «Ci era stato proposto da un intermediario – sottolinea – per un investimento sostanzioso. Ci sono state le verifiche da parte di due advisor molto conosciuti, era tutto a posto, poi una volta presentato il contratto non sono arrivati i soldi. A noi non ci è costato nulla, solo un po’ di tempo. Non siamo stati stupidi, forse un po’ ingenui. Cosa devono fare ora gli azionisti della Roma? Ascoltare noi e vedere quello che facciamo in concreto». Mr. Pallotta, anzi Jim, ce l’ha con chi l’ha attaccato, anzi meglio con chi afferma che la Roma ha dei problemi, da una punto di vista economico certo. «Abbiamo siglato un contratto con la Nike, dieci anni, un accordo che non ha nessuna altra squadra, poi c’è la Disney e la Volkswagen e proprio poco tempo fa ho letto che nei numeri dei social network siamo una piacevole sopresa, ecco come la Roma sta avanzando».

IL GIOIELLO STADIO – Accordo con multinazionali, investitori interessati e incuriositi dall’avanzata come popolarità del brand, ecco la Roma che piace a Pallotta e che deve continuare su questa strada. «E lo stadio sarà il passo ulteriore per rendere grande questa società. In Europa ci sono ottime squadre, ma non sono molte le città dove i tifosi vorrebbero passarci anche un week end, Roma invece… Ecco che allora anche il nuovo stadio può rappresentare una svolta. Accanto all’impianto potrebbe esserci una Hall of Fame, un museo della Roma, uno store della Nike, poi anche un campo per gli allenamenti». (…)

«NON MI PIACE PERDERE» – Realizzata la ‘casa’ Roma, servono però anche i risultati… «A me non piace perdere – mette subito in chiaro – sono deluso per non essere riuscito ad andare in Champions perchè la squadra, la città, questi tifosi così appassionati meritano tanto, però siamo giovani, Sabatini e Baldini hanno fatto un buon lavoro ci è mancata solo la continuità, abbiamo disputato grandi partite con Juve, Milan, poi ne sono arrivare altre meno belle. Ma si vede che i giocatori per il futuro ci sono». Anche Totti? «Non mi immagino una Roma senza di lui, finché gioca rimarrà». Anche per il coach Andreazzoli il presidente Jim ha buone parole: «Mi piace il lavoro che sta facendo, solo l’ultima partita con il Palermo non l’ho capita… Ma adesso è ancora presto per parlare, ci metteremo a sedere a un tavolo più avanti».

ECCO IL DERBY – Ma il presidente, anche se a fatica, ha già cancellato la sconfitta di sabato scorso, ci ha pensato anche la mamma Angelina a fargliela dimenticare: «Abbiamo passato la Pasqua in famiglia, mia madre, parla benissimo l’italiano, come del resto mia sorella, l’unico che non sa l’italiano sono io, magari nei prossimo vent’anni riuscirò a capirlo». E mamma Angelina ha cucinato per Jim… «Duecento ravioli e poi gnocchi». Poi dopo un sorriso ripensando al pranzo italiano ecco il derby. «Sono imbattuto – dice quasi sul serio – già perché finora non ho mai assistito a un Roma-Lazio, sarà la prima volta».(…)
Corriere dello Sport

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