Jorge Antun, agente di Paulo Dybala, ha voluto porre la parola fine a tutti i rumors che circolano sul suo assistito. Prima l’Inter, poi la Roma, poi di nuovo Inter e infine Premier League. Il diez bianconero è uno dei parametri zero più desiderati dalle big ma il suo procuratore ha spiegato come non ci siano accordi già trovati o firmati con altre squadre: “Il giocatore è concentrato esclusivamente sul finale di stagione, sul campionato e sulla finale di Coppa Italia. Nessun accordo è stato raggiunto con alcuna squadra in Italia e all’estero in questo momento”.
Calciomercato Roma, l’agente di Dybala rivela: “Nessun accordo con nessuna squadra”

Benatia: “Sarei rimasto per sempre alla Roma. Spero vinca la Conference League”
Mehdi Benatia, ex difensore della Roma, ha rilasciato una lunga intervista a Gazzetta.it dove, tra i tanti temi trattati, ha parlato del suo passato nella Capitale: “Durante la mia carriera, tanto nei club quanto in nazionale, mi piaceva dare una mano ai nuovi arrivati, volevo che tutti si sentissero al top. Nella Roma ho fatto da chioccia a Dodò e Romagnoli. Quando parlo dei giallorossi mi fa sempre un certo effetto. Sarei rimasto per sempre nella Capitale, purtroppo non è stato possibile ma continuo a seguirli con affetto. Se riuscissero a trattenere Pellegrini, Abraham e Zaniolo, presto potrebbero togliersi grandi soddisfazioni. Spero vincano la Conference League”.
Nainggolan compie 34 anni. Gli auguri della Roma: “Buon completanno Radja!” – VIDEO
Alla Roma ha fatto una bella fetta di storia nel centrocampo composto, tra gli altri, da De Rossi, Strootman e Pjanic. Radja Nainggolan ha lasciato un bellissimo ricordo tra i tifosi giallorossi che gli danno ancora molto affetto. Il Ninja oggi compie 34 anni e la società, tramite il proprio profilo Twitter, gli fa gli auguri di buon compleanno con un bellissimo video dove ci sono anche alcuni dei suoi gol.
Happy birthday, Radja! 🥷🎈
#ASRoma | @OfficialRadja pic.twitter.com/c82MJX8QdX— AS Roma English (@ASRomaEN) May 4, 2022
Il cestista dei Boston Celtics Nesmith con la maglia della Roma prima della sfida contro Milwaukee – FOTO
La Roma conquista cuori in tutto il mondo. Questa volta ad essere immortalato con la maglia giallorossa è Nesmith, cestista dei Boston Celtics. Classe 99′, viene selezionato al Draft NBA 2020 con la quattordicesima scelta assoluta dai Boston Celtics. La squadra di Boston sfida mercoledì 4 maggio 2022 il Milwaukee e proprio prima della sfida Aaron Nesmith, come si vede nello scatto, ha indossato la maglia della Roma.

Mercato, occhi su Hincapiè del Leverkusen. Anche il Napoli sul difensore

Piero Hincapie è sicuramente una delle rivelazioni della Bundesliga. Il centrale, di proprietà del Bayer Leverkusen, è divenuto da subito un perno della squadra collezionando fino ad ora ben 25 presenze nel campionato tedesco. La prestazioni dell’ecuadogno non sono rimaste inosservate tanto che sul calciatore, secondo quanto riportato da Tuttomercatoweb.com, ci sarebbe un interesse della Roma. I giallorossi stando a quanto riferito, avrebbero preso contatti in queste settimane, ma non è l’unica squadra interessata. Anche il Napoli monitora la situazione: gli azzurri lo seguivano già la scorsa stagione; in Premier League non si è interrotto l’interesse da parte del Newcastle.
Rodgers: “Maddison, Dewsbury-Hall e Vardy stanno bene. La Roma è pericolosa in contropiede. Bottiglia di vino a Mourinho? Un gesto per mostrare rispetto”

L’appuntamento più importante della stagione per la Roma e per il Leicester si avvicina. Domani – ore 21 – i giallorossi e gli inglesi si contenderanno il biglietto per la finale di Conference League di Tirana. Si parte in perfetta parità. All’andata, la settimana scorsa, al King Power Stadium. In conferenza stampa, il tecnico delle Foxes, Brendan Rodgers, ha presentato la gara dell’Olimpico.
Su Maddison e Dewsbury-Hall.
Stanno bene, ieri si sono allenati.
Sulla mentalità.
Dobbiamo avere la stessa mentalità che abbiamo mostrato per arrivare fin qui. Sappiamo come vincere, Rennes e PSV erano partite difficili ma ci siamo riusciti. Servirà una mentalità simile.
L’Olimpico pieno influirà sulla partita?
Non necessariamente. Tutto si baserà sulla solidità. I due attaccanti davanti potrebbero pressare di più e rientrare. Credo che il loro gioco sarà simile a quello dell’andata, forse potrebbero attaccare di più. La vera minaccia della Roma sono i contropiede e le palle inattive.
Userete il pubblico come spinta motivazionale?
Può anche essere un problema. Sappiamo che dovremo gestire la pressione, ma al contempo possiamo usarla a nostro vantaggio. Abbiamo giocato in altri stadi con atmosfere calde, non sarà niente di nuovo. Non vediamo l’ora di provarlo.
Sulla gara.
Dobbiamo andare e giocare. Sappiamo che saremmo andati incontro ad ambienti difficili, questo è un altro step per far crescere la squadra sotto il punto di vista mentale. Siamo una squadra veramente giovane per questi livelli. Abbiamo però mostrato di poter portare a casa il risultato. Dobbiamo affrontate questa nuova sfida, abbiamo già vinto partite in queste circostante, andremo senza paura.
Dovesse essere raggiunta la finale, saranno 60 partite nella stagione?
Andiamo a prenderci la finale. Va dato merito ai giocatori per essere stati capaci di andare avanti. Sfortunatamente per noi, non abbiamo avuto la possibilità di poter compete per le zone alte della classifica, ma i giocatori hanno mantenuto lo spirito giusto e hanno lottato. Se dovessimo arrivare in finale sarebbe per un grande sforzo da parte di tutti.
Sulle squadre rimaste.
Sono abbastanza sicuro che fosse il concetto che l’Uefa ha voluto quando ha fondato la competizione. Siamo dispiaciuti di essere usciti dall’Europa League, ma quando guardi il livello delle squadre capisci che è una competizione prestigiosa.
Cosa può darti Mourinho per ringraziarti della bottiglia di vino?
Un tazza di tè. Non sono un grande bevitore, ma non dispiacerebbe un bicchiere di vino. Non deve sentirsi in dovere di contraccambiare. Era un gesto di rispetto.
Su Vardy.
Ha recuperato, può giocare. È disponibile per partire titolare. Tutti stanno bene, tranne Wilf e Bertrand.
Schmeichel: “All’andata potevamo segnare di più. La Roma è pericolosa, sa essere cinica, non mi aspetterei niente di meno da una squadra di Mourinho. Olimpico stadio iconico”

Kasper Schmeichel, portiere e capitano del Leicester, è intervenuto in conferenza stampa in vista della semifinale di ritorno di Conference League contro la Roma. Di seguito le dichiarazioni del danese.
Rodgers ha detto che non conosceva la Conference League.
Quando sei in una competizione il tuo unico pensiero è su quella competizione, come sta succedendo ora. Vinceremo in qualsiasi competizione, non c’è differenza.
Il Leicester non si qualificherà in Europa né tramite FA Cup né Premier League. Come lo farà?
Non è scontato. È un trofeo europeo, ogni trofeo lo è, ogni competizione che puoi vincere è importante. Non gioco a calcio per arrivare quarto, quinto o sesto. Questi sono quei momenti che i tifosi ed i giocatori penseranno una volta che ci si è ritirati.
Sull’esperienza in semifinali e finali.
Non so come è possibile migliorare in fretta. Non so se sia possibile. Credo che venga immagazzinato nel nostro percorso, nella nostra esperienza. Questa è una grande esperienza per tanti giocatori, sono quei momenti a cui potrai pensare quando ne hai bisogno. Tutto contribuisce alla mentalità vincente che costruisci e noi vogliamo costruirne una vincente. Essere in queste situazioni ed arrivare in finale è una possibilità.
Sulla Roma.
Sono molto organizzati e ben allenati, non mi aspetterai niente di meno da una squadra di Mourinho. Sono un avversario pericoloso, hanno dimostrato di poter essere cinici. Hanno giocato come volevano. Probabilmente sono stati contenti del sorteggio visto che il passaggio del turno si decide nel loro stadio. Sono una squadra organizzata che sa essere pericolosa. Ad essere onesti siamo maggiormente concentrati su di noi.
Hai mai giocato all’Olimpico?
No. È sempre una grande esperienza giocare in stadi in cui non lo hai mai fatto. È uno stadio iconico.
Odriozola in dubbio con la Roma

Corriere dello Sport (F. Gensini) – Oggi la Fiorentina riprende ad allenarsi dopo due giorni di riposo e non c’è nulla di strano nelle quarantotto ore concesse da Italiano al gruppo, così come peraltro aveva già fatto all’indomani della pesante sconfitta interna contro l’Udinese stabilendo che il giovedì a seguire fosse di stacco.
Stacco mentale, per la precisione: allora stavolta il significa è lo stesso e riporta all’idra del tecnico viola di “liberare” la testa dei propri calciatori pressione che è diventata dura da sostenere. Il fatto che l’incrocio con la Roma, da cui potrebbe dipendere l’esito della corsa all’Europa, arrivi di lunedì sera in posticipo ha ulteriormente dato forza al messaggio: fate il pieno di energia e ci vediamo mercoledì.
I singoli saranno al centro delle attenzioni dell’allenatore siciliano per arrivare gradualmente, seduta dopo seduta, alle scelte anti Roma mai così importanti e così delicate rimanendo appena tre gare alla fine del campionato. Odriozola sarà uno di quelli monitorati con più attenzione, perché il rientro prima con la Salernitana e poi con l’Udinese è stato frenato dalla nuova assenza a Milano a causa di un affaticamento muscolare: i sei giorni che mancano alla partita contro i giallorossi di Mourinho (lunedì compreso) non sono una garanzia di recupero e, quindi, è una situazione che andrà valutata quotidianamente.
Occhi anche su Torreira e Bonaventura, dopo la panchina iniziale per entrambi a San Siro: i centrocampisti impiegheranno questi giorni per cercare di mettersi a posto in maniera definitiva ed essere disponibili.
L’Olimpico prepara la bolgia giallorossa

Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Un solo giorno alla partita più importante della stagione. Quella che la Roma ha raggiunto grazie a un lungo percorso cominciato ad agosto contro il Trabzonspor neo campione di Turchia e proseguito per altre tredici lunghe fatico partite di Conference League che hanno portato a questa semifinale di ritorno tutta da giocare.
La costante è il grande sostegno dei tifosi. Unici, incredibili, sempre al fianco di Mourinho anche nelle trasferte più insidiose. Con la doppia speranza di visitare presto l’Albania. Cinque città europee visitate, sei viaggi e tanti chilometri percorsi per sostenere la Roma anche in trasferta. Sofia, Zaporzhzhia, Bodo, Vitesse e Leicester.
Uno dei cori più famosi della Curva Sud è legato proprio alle trasferte: “Maciniamo chilometri, superiamo gli ostacoli, con la Roma in fondo al cuor“. Mai coro è stato più veritiero: soltanto per la Conference League i tifosi hanno percorso in totale oltre oltre 10500 chilometri. Sfidando le temperature gelide, i lunghi spostamenti per raggiungere gli stadi e spendendo anche tanti soldi. Ma tutto per amore della Roma.
Lo stesso amore che domani sera riempirà l’Olimpico per il quindicesimo sold out stagionale. Quello più importante per riuscire in un’altra impresa dopo la rimonta al Bodo e volare alla finale di Tirana. Alcuni tifosi hanno già preso i biglietti per raggiungere la capitale albanese, altri invece per scaramanzia aspetteranno prima il triplice fischio di Jovanovic. In ogni caso domani saranno oltre 64mila gli spettatori presenti sugli spalti.
La spinta dei Friedkin per arrivare alla finale

Corriere dello Sport (G. Marota) – Il gigante si è svegliato. Nella prima dichiarazione dopo il “closing”, ad agosto 2020, il vicepresidente Ryan Friedkin l’aveva definito “addormentato”, riferendosi alle potenzialità inespresse della Roma e al sentimento di stanchezza che serpeggiava nell’ambiente giallorosso. Oggi che la passione sembra più viva e accesa che mai, è giunto il tempo di godere degli effetti di un entusiasmo coinvolgente.
La “riservatezza dei Friedkin”, citata anche due giorni fa dal sindaco Gualtieri in merito ai progetti per il nuovo stadio, ha tanta voglia di mescolarsi all’affetto genuino di un popolo che domani sera festeggerà il quindicesimo “tutto esaurito” della stagione all’Olimpico.
Patron Dan e suo figlio Ryan sembrano essersi davvero innamorati del romanismo. Dopo averlo studiato a lungo nella prima stagione in sella, hanno deciso di assecondare questo sentimento facendo sognare i tifosi prima con l’arrivo di Mourinho, poi favorendo una politica dei biglietti a portata di popolo e infine strizzando l’occhio all’ex capitano Totti.
Ma il sostegno non è soltanto fisico: anche ad aprile, il presidente ha immesso altri 10 milioni di euro nelle casse societarie per far fronte alle spese correnti, facendo salire il totale dei soldi versati nella Roma a 359 milioni in quasi due anni di gestione.
L’assalto alla Conference League potrebbe valere altri 25 milioni tra incassi, market pool e premi Uefa. Ecco perché Roma-Leicester vale tantissimo. Ma il calcio non è soltanto calcoli e freddi numeri, pur se redditizi; e l’unico pensiero che adesso gli americani hanno in mente è regalare ai romanisti un trofeo dopo 14 anni di digiuno.
Poli, a voi Trigoria: il mondo Zalewski

Corriere dello Sport (G. D’Ubaldo) – La famiglia Zalewski è a Poli dal 1988. Il padre Krzysztof era contrario al regime politico del suo Paese e per questo decise di non rispondere alla chiamata per il servizio militare. In Polonia in quel periodo si viveva male e quindi decise di venire in Italia con sua moglie Ewa. In quella casa su via Roma nel 1992 è nata Jessica e dieci anni dopo Nicola. Sotto l’abitazione c’è una trattoria e lì il giovane calciatore firmò il suo primo contratto con Giovanni Ferro, titolare con Giampiero Pocetta dell’agenzia Gp Soccer.
Sergio Marazzo, responsabile del settore giovanile del Poli, ha visto passare lì anche Zalewski: “Aveva 6 anni, scendeva da casa con il pallone. Gli altri erano tutti più grandi, ma a volte mancava qualcuno e per arrivare a undici gli facevo fare il portiere. Quando ha cominciato a crescere e ha fatto vedere il suo valore, i dirigenti delle squadre avversarie ci dicevano di toglierlo perché altrimenti non ci sarebbe stata partita. Quando perse il posto in Primavera gli ricordai di restare umile e durante il lockdown è tornato ad allenarsi qui”.
Dal Poli andò allo Zagarolo e lì fu visionato da Stefano Palmieri, osservatore della Roma, che decise di portarlo a Trigoria per fare un provino. Bruno Conti lo prese subito. Sono esattamente 10 anni che Nicola è alla Roma ed ha fatto tutta la trafila dal settore giovanile alla prima squadra. Il suo primo allenatore nel club giallorosso è stato Pietro Donadio, poi c’è stata l’ascesa con Falsini, Piccaretta e De Rossi. Successivamente c’è stato l’esordio in Serie A con Fonseca e la semifinale di Europa League, mentre quest’anno ha già collezionato 19 presenze, di cui 13 in Serie A.
Zalewski è diventato titolare giocando esterno a tutto campo, ma in realtà nasce trequartista. In Nazionale esordì il 5 settembre scorso a San Marino, a 19 anni, 7 mesi e 13 giorni e tutta la sua famiglia era commossa in tribuna. Pochi giorni dopo questa data purtroppo il padre morirà all’età 54 anni.
Nicola ha scelto la nazionale polacca in suo onore. La sorella ha rivelato i momenti della scelta: “Papà non l’ha costretto, era legato all’Italia, ha passato più della metà della sua vita qui, ma il suo sangue è polacco”. Sul funerale: “Nessuno si aspettava Mourinho, c’erano anche i compagni di squadra ed i dirigenti. La vicinanza che la Roma ha dimostrato a mio fratello è stata incredibile. Nicola seppe della scomparsa di suo padre in ritiro prima del derby. L’allenatore gli consigliò di tornare a casa, ma lui decise di rimanere”.
Jessica ha poi commentato il possibile raggiungimento della finale di Conference League: “Un pensierino ce l’ho fatto, vorrei andare con un’amica. Sarebbe emozionante, papà sarebbe andato”.
Un anno di Mourinho

Il Tempo (A. Austini) – E all’improvviso tutto cambiò. Alle 15.09 di martedì 4 maggio2021 i romanisti hanno avuto un sussulto. Due giorni dopo l’ennesima sconfitta in campionato con la Sampdoria hanno letto queste parole: “José Mourinho sarà il nuovo Responsabile Tecnico della Prima Squadra a partire dalla stagione 2021-22“.
A quel tweet, per qualche istante, hanno creduto in pochi. Invece era tutto vero e segnava l’inizio di una nuova epoca. Perché comunque andrà a finire, la Roma di Mourinho sarà un capitolo di storia giallorossa. A un anno dall’annuncio a sorpresa, il risultato più tangibile è l’entusiasmo e la compattezza della tifoseria. Uniti dallo slogan, anzi l’hashtag #ConMourinhoPerLaRoma, tutti i tifosi, tranne rare eccezioni, lo seguono come un condottiero sin dal primo giorno, si “litigano” i biglietti per lo stadio e affidano a lui ogni speranza di poter cambiare il corso degli eventi.
Quanto ai risultati, la vera svolta non c’è ancora stata, ma più di un segnale sì. Il tecnico ha puntato su un gruppo ristretto di titolari, ha messo in un angolo tante “comparse”, ha lanciato Felix (e continua a crederci) e ha inventato Zalewski esterno a sinistra. Non è riuscito ancora a valorizzare Zaniolo, ma riesce a ottenere tanti gol da Abraham. Ha recuperato il rapporto con Mkhitaryan e rimesso al centro della squadra Smalling. Ha puntato su Cristante e bocciato Veretout. È partito dal 4-2-3-1 poi la svolta con la difesa a 3. Usa poco il turnover ma ha trovato una chiave per prevenire gli infortuni.
In 50 partite ufficiali giocate sin qui sotto la gestione Mourinho, la Roma ne ha vinte poco più della metà (26), ne ha pareggiate 11 e perse 13. Ha segnato 89 gole ne ha subiti 59. È quinta in classifica a pari merito con la Lazio, è uscita ai quarti di Coppa Italia e, soprattutto, domani si giocherà la possibilità di disputare la prima finale europea dopo 31 anni. Alzare una coppa al cielo al primo anno farebbe entrare lo Special One nella leggenda romanista.
Quasi quattromila inglesi da controllare

Il Tempo (E. Zotti) – Vigilia blindata per il Leicester di Rodgers. Il tecnico britannico ha scelto di preparare la semifinale con la Roma lontano dagli sguardi dei media italiani: questa mattina le Foxes svolgeranno la rifinitura in Inghilterra mentre la conferenza stampa andrà in scena al King Power Stadium e non all’Olimpico. Anche la consueta passeggiata sul terreno dello stadio, inizialmente programmata in serata, è stata annullata.
Una scelta adottata ufficialmente per ragioni di sicurezza legata alla pandemia – il regolamento Uefa non è stato violato – ma che rispecchia lo spirito con cui gli inglesi si stanno avvicinando alla sfida. Il campionato del Leicester non ha nulla da dire da oltre un mese e la possibilità di conquistare la Conference League rappresenta l’unica chance di dare un senso al finale di stagione, per questo il club ha scelto di non trascurare alcun dettaglio per evitare distrazioni.
Rodgers capirà soltanto oggi se potrà contare su James Maddison e Kiernan Dewsbury-Hall, rimasti entrambi in tribuna nella gara giocata domenica scorsa con il Tottenham: Maddison è alle prese con un fastidio all’anca mentre Drewsbury-Hall ha dovuto fare i conti con una contrattura al polpaccio.
Il Leicester sbarcherà nella Capitale oggi pomeriggio e si trasferirà direttamente in hotel, dove i giocatori rimarranno fino a tre ore prima della partita. Oltre a Vardy&Co. tra oggi e domani tra gli aeroporti di Ciampino e Fiumicino sono attesi più di 3500 tifosi inglesi che domani riempiranno poco più di metà settore ospiti. Nonostante all’andata non si siano verificati problemi tra i romanisti volati in Inghilterra e i tifosi del Leicester, l’allerta delle forze dell’ordine italiane rimane alta.
Da questa sera nelle zone considerate “più a rischio” (Colosseo, centro e i dintorni dell’Olimpico) verranno monitorare con la massima attenzione mentre domani verrà istituito un meeting point per i tifosi inglesi a piazza delle Canestre, nel cuore di Villa Borghese. Due ore prima del match le navette inizieranno a muoversi in direzione stadio. Il precedente dei quarti di finale con il Bodo Glimt in ogni caso lascia ben sperare: in quell’occasione infatti i tifosi norvegesi avevano trascorso diverse ore nel centro di Roma in totale tranquillità
Carica Rizzitelli: “Ora tocca a voi. È il momento di un’altra finale, la Roma giocherà in 12”

Il Tempo (M. Vitelli) – Mercoledì 24 aprile 1991, stadio Olimpico. Sono passati trentuno anni dall’ultima semifinale europea vinta dalla Roma. Dopo lo 0-0 dell’andata, al ritorno i giallorossi superarono 2-1 il Broendby grazie alle reti di Ruggiero Rizzitelli e Rudi Voeller. Poi, in finale, fu l’Inter a vincere la Coppa Uefa, ma quella sera fu memorabile.
Rizzitelli, cosa ricorda di quella sfida con il Broendby?
Se torno indietro a quella sera sento ancora il tifo dello stadio. Una cosa incredibile. I romanisti ci spinsero “quasi fisicamente” verso la porta avversaria e quando Rudi segnò il gol decisivo a tre minuti dal fischio finale successe di tutto. Ci fu una vera esplosione, credo che i sismografi abbiano registrato una scossa di terremoto.
Domenica scorsa l’abbiamo vista sotto la Curva Sud.
Per me la Roma è amore, roba da brividi. E vedere ancora così tanti tifosi inneggiare al mio nome e cantare quel coro che mi caricava a mille è fantastico. Ancora di più se penso che sono passati trent’anni, la maggior parte dei tifosi che erano allo stadio domenica non mi hanno mai visto giocare dal vivo. Questo significa aver conquistato il cuore delle persone, per me è il massimo.
Giovedì arriva il Leicester City.
Una sfida super-importante per la storia di questa società. Sono convinto che con Mourinho la squadra abbia già fatto in questi mesi dei miglioramenti evidenti. Raggiungere la finale di Conference League sarebbe molto importante. È arrivato il momento di voltare pagina. Non voglio più essere citato per essere stato tra i giocatori che sono scesi in campo nell’ultima finale europea giocata dalla Roma. Sarebbe bello dover specificare che si trattava della Coppa Uefa.
Lo 0-0 dell’andata è un risultato che lascia tutto aperto.
Le squadre hanno le stesse percentuali di passare il turno. Pareggiare a Leicester è stato per la Roma un ottimo risultato. Non aver perso è fondamentale.
Che partita si aspetta?
Credo che il Leicester abbia fatto qualcosa di più della Roma nella partita di andata e quindi il fatto di aver portato a casa il pareggio è un buon segnale per il ritorno. Immagino che sarà una gara vibrante e ricca di emozioni. La Roma, però, ha un vantaggio: giocherà in dodici. Il pubblico, infatti, è l’uomo in più e sono convinto che anche questa volta saprà fare la sua parte.
Chi può essere il giocatore decisivo?
Per fortuna la rosa è molto competitiva, quindi ce ne sono diversi. Se devo fare un nome, dico Lorenzo Pellegrini. Ho l’impressione che nelle stagioni precedenti abbia un po’ faticato a causa della fascia di capitano ereditata da due totem come Totti e De Rossi. Quest’anno, invece, sta facendo benissimo, ha realizzato anche tanti gol importanti. Del resto, quando Mourinho a inizio stagione ha detto che avrebbe voluto avere undici Pellegrini, gli ha di fatto consegnato le chiavi della squadra. Sarei davvero felice se fosse lui a spedire la Roma in finale.
Abraham cerca il gol perduto, Zaniolo gioca

Il Tempo (E. Zotti) – Domani sera la Roma avrà bisogno più che mai del suo bomber. Tammy Abraham non segna dalla gara di ritorno con il Bodo Glimt del 14 aprile: un periodo non proprio breve per chi si è presentato ai suoi nuovi tifosi come l’attaccante più prolifico di sempre alla prima stagione in giallorosso.
Colpa della sfortuna ma anche della stanchezza visto che il numero 9 da inizio stagione ha giocato più di 3800′. Abraham, insieme a Rui Patricio e Mkhitaryan, è uno degli elementi imprescindibili della squadra di Mourinho per questo domani sera toccherà a lui cercare di trascinare la Roma verso la prima finale europea dopo oltre trent’anni.
Ad affiancarlo nel tentativo di scardinare la difesa del Leicester saranno Pellegrini e Zaniolo, anche lui a caccia di un’altra notte da sogno dopo la tripletta segnata ai quarti di finale. A spingere la squadra verso l’impresa ci saranno 60mila romanisti.
Tutti a disposizione escluso Mkhitaryan

Corriere della Sera (G. Piacentini) – Escluso l’infortunato Mkhitaryan, Mourinho avrà tutta la rosa a disposizione per la semifinale di ritorno di Conference League, giovedì sera – ore 21, arbitra il serbo Jovanovic – contro il Leicester. Per il portoghese, che parlerà oggi alle 17 insieme a Cristante, non dovrebbero esserci troppi dubbi di formazione.
Rispetto al Bologna rientreranno Abraham, Karsdorp, Zalewski, Pellegrini e Smalling, oltre a Oliveira che in campionato era squalificato. Davanti dovrebbe essere confermato Zaniolo al fianco del centravanti inglese.
Il Leicester arriverà nella Capitale solo nel tardo pomeriggio, dopo aver fatto la rifinitura e la conferenza stampa in Inghilterra. Sul fronte campionato, ieri il Giudice sportivo ha squalificato per un turno il preparatore dei portieri Nuno Santos, espulso con il Bologna.
Attacco o attesa? Per la prima volta un ritorno davvero in parità

Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Sarà una novità tattica per la Roma ma anche per José Mourinho, che di notti europee ne ha vissute tantissime. Per la prima volta, visto che il regolamento sui gol segnati in trasferta è cambiato da questa stagione, la Roma affronta la partita di ritorno di una sfida a eliminazione diretta in assoluta parità con l’avversaria.
Che in questo caso è il Leicester, con in palio la finale di Conference League contro la vincente di Olympique Marsiglia-Feyenoord (andata: 2-3), in programma a Tirana il prossimo 25 maggio.
In questa edizione di Conference, la Roma ha affrontato negli ottavi di finale il Vitesse e nei quarti di finale il Bodo Glimt, tutte e due con gara di ritorno all’Olimpico. Contro gli olandesi partiva in vantaggio per la vittoria 1-0 in Olanda (gol di Sergio Oliveira) e contro i norvegesi in svantaggio per la sconfitta 1-2 (gol di Pellegrini). Piani tattici chiari.
Questa volta si inizia dall’1-1 di una settimana fa (gol di Pellegrini, autogol di Mancini) ma il gol segnato in trasferta non dà più vantaggio. Si parte veramente da 0-0, l’unico “plus” per i giallorossi sarà l’Olimpico tutto esaurito e un tifo che ha paralizzato il Bodo Glimt ancor prima del fischio d’inizio.
Attaccare? Difendersi? Temporeggiare? Il vantaggio è che subire gol in casa non è più così terribile: si va ai supplementari anche con il 2-2, il 3-3 e così via. Lo svantaggio è che, fino all’anno scorso, il Leicester sarebbe stato costretto a correre qualche rischio in più per schiodare lo 0-0.
Mourinho ha sempre ammesso di essere un «risultatista» e non un «giochista». Prepara le gare, insieme al suo staff, con meticolosa precisione. Ha uno schema di base – negli ultimi mesi il 3-4-2-1 o il 3-4-1-2 – ma è sempre ricco di soluzioni studiate ad hoc e mosse per neutralizzare i punti di forza avversari. Nella gara di andata il Leicester ha sofferto gli improvvisi ribaltamenti di fronte, da destra a sinistra e da sinistra a destra, visto che la squadra di Rodgers cerca sempre la pressione di più giocatori sul portatore di palla. È probabile che sia uno schema utile anche domani.
Ultrà Leicester, Centro blindato: tifosi inglesi scortati fuori dai pub

Corriere della Sera (R. Frignani) – Alcuni sono già arrivati ieri pomeriggio, altri lo faranno oggi. E stasera a centinaia saranno nei pub del centro, fra Colosseo, Santa Maria Maggiore e Campo de’ Fiori. Le nutrite avanguardie della tifoseria del Leicester City in trasferta a Roma per la semifinale di Conference League di domani sera allo Stadio Olimpico. L’allarme è alto, come del resto era successo una settimana fa in Inghilterra: finora sono stati venduti ai tifosi inglesi 3.400 dei 3.500 biglietti a loro disposizione. Saranno tutti presenti allo stadio, settore Distinti Nord lato Monte Mario, a debita distanza dai romanisti.
Ma se all’Olimpico è difficile che possa accadere qualcosa, preoccupa invece lo scenario di questa sera e domani pomeriggio, prima del match. Il questore Mario Della Cioppa sta mettendo a punto il piano anti-violenza, con i contatti fra agenti della Digos e spotter (ovvero i colleghi della controparte) britannici, e nella giornata di ieri ha già emanato un’ordinanza preventiva con una serie di disposizione per prevenire contatti con gruppi di ultrà romanisti in giro per il centro.
Per questo motivo già da questa sera intere zone del centro, come di Trastevere e Testaccio, ma anche gli alberghi che ospitano gli ultrà inglesi, e quello della squadra, saranno presidiati dalle forze dell’ordine, come i locali notturni solitamente frequentati da ultrà britannici a Roma. Per questa mattina poi è in programma una riunione del tavolo tecnico della Questura per definire le misure di sicurezza, come anche le scorte per i tifosi del Leicester, compresi quelli della Baby Squad, che viene considerata il gruppo principale del tifo azzurro, già coinvolto in passato anche in scontri con gli esponenti di clan rivali.
Vista la posta in palio, sia per la Roma sia per gli inglesi – che nel 2016 hanno vinto la Premier League guidati dall’ex tecnico giallorosso Claudio Ranieri – anche l’ordine pubblico sarà quello delle grandi occasioni, visto che scenderanno in campo oltre mille uomini fra poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili urbani, fin da stasera . Da domani mattina invece bonifiche in tutta l’area dello stadio Olimpico e come anche del Foro Italico e in serata non si esclude la chiusura a tempo del lungotevere e di ponte Duca d’Aosta. Tifosi ospiti scortati su bus navetta da Villa Borghese.
Mourinho, mister di Coppa. Obiettivo: battere il Leicester per inseguire con la Roma l’ottava finale europea

La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – È una storia che parte da lontano, come quelle saghe familiari in cui c’è un ragazzo che sogna e a un certo punto si volta indietro, valutando con un sorriso ciò che ha realizzato. José Mourinho ci ha messo quasi un ventennio per costruire il piedistallo internazionale della sua fama, ma non è adesso il momento giusto per guardarsi alle spalle. Il presente, infatti, è un’ossessione, e quel presente adesso di chiama Roma-Leicester, la porta d’accesso alla ottava finale europea della sua carriera, cinque delle quali finite in trionfo.
Questa straordinaria cavalcata, che domani sarà santificata da un Olimpico tutto esaurito, ha avuto inizio esattamente un anno fa, il 4 maggio 2021, quando il club giallorosso annunciò al mondo, l’ingaggio dell’allenatore portoghese per cominciare un progetto triennale. Un progetto che portava con sé l’onere e l’onore di alimentare la leggenda destinata a muoversi per sempre insieme allo Special One.
A distanza di meno di cinque anni, la caccia è pronta a ricominciare, a patto che le “volpi” del Leicester lascino domani la loro pelliccia all’Olimpico. Per non lasciare nulla d’intentato, come suo costume Mourinho sta curando tutti i particolari, dalla battuta dei calci d’angolo ai penalty, visto che non si può escludere una conclusione oltre il novantesimo. La lista? Abraham, Pellegrini, Zaniolo, Oliveira, Veretout e Cristante.
Una cosa è certa: lo Special One sa come si va in finale. Lo dimostra il fatto che, complessivamente, il tecnico portoghese ne ha giocate 25 – fra nazionali e internazionali – vincendone ben 17. Adesso, però, c’è ancora una volta l’Europa che lo attende e Mou è pronto a salire sull’ottovolante.
L’ottavo atto conclusivo di una manifestazione europea lo attende e lui potrebbe vedere inciso il suo nome per primo sulla coppa di Conference League che sarà inaugurata a Tirana il 25 maggio. Con queste premesse non può sorprendere che i tifosi della Roma credano di essere nelle migliore delle mani possibili per ritrovare una vittoria internazionale che manca esattamente da 50 anni (torneo Anglo-Italiano 1971-72). Un digiuno del genere meriterebbe una festa al Circo Massimo. E non ci sarebbe niente di più adatto per celebrare Mourinho I, imperatore di Roma.
Rodgers, vino da 535 euro in regalo. Come ricambia domani Mourinho?

La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Non sarà un Domaine de la Romanée-Conti del 1945, il vino più costoso del mondo, 558mila dollari per una bottiglia. Ma resta uno dei rossi più prestigiosi in assoluto e anche il preferito di José Mourinho.
È il Barca Velha, il vino che Brendan Rodgers ha regalato a José Mourinho giovedì scorso, a Leicester. “Il migliore sul mercato, gli sarà costato tantissimo“, ci ha scherzato su l’allenatore della Roma. Esattamente 450 sterline, al cambio attuale 535 euro. Perché è un vino con un alto potenziale di invecchiamento, che vede la luce solo in annate straordinarie (fino al 2019 erano state 19 sulle 62 vendemmie di Casa Ferreirinha, l’azienda che lo produce sulle terrazze della regione del Douro, in Portogallo).
Del resto, l’amore di Mourinho per il buon vino viene da lontano, come la tradizione di regalarlo al tecnico avversario. E domani ricambierà, magari con il vino preferito da Rodgers, che con Mou ha passato 4 anni al Chelsea. Dove José aveva lanciato l’abitudine di scambiarsi una bottiglia con Ferguson, che nella sua casa del Cheshire ha oltre 800 bottiglie. “Il mio preferito è un toscano, il Tignanello”, ha detto Sir Alex.
Mourinho, quando divenne boss dello United, gli regalò proprio un Barca Velha, in una tradizione lanciata con il primo Chelsea di Mou. “Un giorno mi promise questo vino del Douro ma me ne portò un altro – disse Ferguson – Lo rimproverai, la volta successiva mi accontentò”.
E con quel vino Mou festeggia gli eventi speciali: compleanni, traguardi, vittorie. Insomma, quando c’è da stappare una bottiglia Mou sa cosa scegliere. Ma non il 21 dicembre 2017, quando il Bristol City eliminò lo United dalla Carabao Cup. Lee Johnson gli aveva regalato un Barca Velha, lui andò via adombrato. “Ma prima mi diede una bella maglietta personalizzata”, disse il tecnico del Bristol. Del resto, Mou festeggia solo quando si vince…



