Il Messaggero – Osvaldo da record

Bucando De Sanctis, Osvaldo ha segnato il sesto gol in campionato e ha stabilito il suo nuovo record nella massima serie. L’italo-argentino era arrivato fino a quota cinque, qualche anno fa con la maglia della Fiorentina: da romanista, invece, con appena quattordici presenze alle spalle si è già migliorato.
E, conoscendolo, avrà una voglia matta di migliorarsi ulteriormente già domani sera a Bologna, dove si presenterà da ex per via di quelle venticinque partite giocate nel 2009 con la maglia rossoblu e impreziosite da tre reti.
E non v’è dubbio che Osvaldo, arrivato a Roma con l’etichetta di oggetto misterioso e accompagnato da mille perplessità per via dei (tanti) soldi versati all’Espanyol per portarlo via da Barcellona, sia tra i migliori giocatori – per rendimento – della squadra di Luis Enrique.
Gol, assist-gol e tanto lavoro in funzione della squadra: ecco l’Osvaldo giallorosso.

Un ragazzo generoso che, lo ammette lui stesso con sincerità, ha un carattere un po’ (troppo) turbolento. Ha litigato con Lamela, ha avuto una discussione anche con Heinze, è finito fuori squadra a Firenze perchè squalificato dall’allenatore, ha strattonato il mental coach Llorente dopo la sostituzione contro la Juventus ma, nonostante tutto, continua ad essere un giocatore imprescindibile per la manovra della Roma.
Perchè, per dirla alla Prandelli, è un attaccante moderno, uno di quelli che trovi nell’area di rigore avversaria e un attimo dopo nei propri sedici metri a difendere. A Napoli, sotto questo aspetto, è stato esemplare o quasi: il suo contributo alla fase difensiva è stato sostanzioso, sia quando si è trattato di rincorrere per tutto il campo gli avversari sia quando ha svettato in area romanista su tanti palloni alti. È chiaro che, vista la mole di lavoro, Osvaldo talvolta si pappa gol che sembrano facilissimi: anche a Napoli ha sprecato un paio di occasioni colossali (ma è stato quello che ha tirato più di tutti, sei volte), ma quando c’è stato da chiudere (o quasi) il conto lui era lì, pronto a deviare in porta lo splendido assist di Totti.

E, tanto per gradire, prima del fischio finale di Celi è stato lui a lavorare e poi a dare a Simplicio quel pallone che il brasiliano, con la complicità di Paolo Cannavaro, ha spedito nella porta napoletana. Luis, che l’ha voluto a tutti i costi alla Roma, gli ha concesso da subito fiducia illimitata: Osvaldo, con l’eccezione della partita in casa del Genoa, è sempre partito titolare. Il tecnico spagnolo ha provato più di un tridented’attacco ma lui, conl’eccezione di Genova, ne ha sempre fatto parte. E l’impressione è che, dopo tanti esperimenti, Luis sia arrivato alla conclusione, con Osvaldo là davanti in tandem con Lamela e con Totti nelle vesti di regista d’attacco.
L’italo-argentino ha firmato conla Roma un contratto fino al 30 giugno del 2016: in questa stagione guadagnerà 3,6 milioni di euro lordi poi il suo stipendio salirà gradualmente fino a 4,7 milioni lordi. La Roma l’ha pagato 15 milioni di euro, bonus esclusi: insomma, più Osvaldo andrà bene e più la Roma sarà costretta (con il sorriso, pensiamo) a girare soldi all’Espanyol, «1 milione di euro, in caso di qualificazione all’Uefa Champions League in una delle stagioni sportive dalla 2011-2012 alla 2015-2016, a 0,25 milioni di euro, ogni 25 presenze del calciatore in gare ufficiali, per massimi 1 milione di euro, e 0,25 milioni di euro, ogni 10 goal realizzati dal calciatore in gare ufficiali, per massimi 0,5 milioni di euro», si legge nel comunicato ufficiale della società emesso in estate. Soldi ben spesi, a giudicare da quanto visto finora.
Il Messaggero – Mimmo Ferretti

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