Il Messaggero – Osvaldo bis e la Roma ride

Qui, il 4 febbraio 2001, la Roma prese il largo nel campionato del terzo scudetto. Ultima del girone d’andata al Tardini e successo in rimonta (Parma in vantaggio con Di Vaio) firmato da Gabriel Omar Batistuta. Doppietta e mitragliata sotto la curva giallorossa per festeggiare l’inizio della fuga, più 6 su Juve e Lazio. Dieci anni dopo un altro argentino, con passaporto italiano, Pablo Daniel Osvaldo sfodera ancora il mitra vestendo la maglia della Roma dopo il gol del primo successo di Luis Enrique in Italia.
Stessa curva, stesso gesto. Ancora di un centravanti che, quando fu acquistato dalla Fiorentina, la curva Fiesole lo sognò erede di Batigol. “Sicuramente ancora oggi mi fa piacere il paragone, ma magari riuscissi a fare meno della metà di quello che ha fatto lui”. Osvaldo è felice. La rete al Siena, giovedì scorso, aveva portato solo un punto, colpa del pari di Vitiello nel finale. La seconda consecutiva vale molto di più, la prima vittoria stagionale: “E’ importante fare gol, ma la cosa che più conta erano i tre punti. Sono contento, come i miei compagni, per quelli”.
Pablo sta entrando in forma: “Ci vuole tempo e pazienza, è normale. Magari dicono, non solo su di me ma su tutti, anche cattiverie e cose che ci fanno solo male. La gente crede in questo gruppo come ci crediamo noi. Ci meritavamo questa vittoria, stiamo lavorando tanto e la fortuna fino a questa gara non è stata dalla nostra parte, dovevamo liberarci la testa. Stiamo facendo tanti sacrifici. E’ normale che quando fai cose nuove ci vuole tempo, a volte nel calcio in Italia non ce n’è. Possiamo fare grandi cose”. Nella ripresa ha fatto sepsso il centravanti puro: “Lo ha voluto il mister. Ci voleva più stretti”. Non si sente condizionato da quei 15 milioni (più 3 di bonus) spesi dalla Roma per il suo cartellino. Anzi attacca chi finora lo ha criticato: “A me non me ne frega nulla, lascio che qualcuno parli di questo. Lavoro ogni giorno e penso solo a quello. Cerco di guadagnarmi il posto, e il mister lo vede. Dedico il gol a mia moglie, alla mia bambina e alle persone che mi vogliono bene, degli altri non mi importa niente”.
Totti quel 4 febbraio prese un palo (su rigore, però) come ieri sera. Prima del compleanno, domani 35 anni, festeggia il successo ritrovato: “Un risultato importantissimo per il morale. Sicuramente aumenta la fiducia. La prossima partita sarà contro l’Atalanta che senza la penalizzazione sarebbero primi in classifica. Dovremo affrontarla con grande rispetto per prendere altri tre punti”. Kjaer spiega la sua sostituzione: “Secondo me il fallo da giallo non era neanche da ammonizione. Poco dopo ho rischiato di nuovo e così ho capito la scelta dell’allenatore perché con il secondo giallo avrei lasciato i compagni in dieci”. Aggiunge: “Questa vittoria è fondamentale, soprattutto per preparare la prossima gara all’Olimpico con l’Atalanta”. “Lavoriamo tanto dai primi giorni di ritiro e questa vittoria ci voleva proprio: per la fiducia. vedrete che cambierà la nostra stagione” assicura Lobont.
Il Messaggero – Ugo Trani

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