Ok Ljajic. Ora fatti amare con gol e assist

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TuttoSport (M.Bonetto) – Ordunque, Ljajic ha finalmente detto sì al Torino. La svolta si è materializzata nella mattinata di ieri, quando il talentuoso trequartista serbo ha definitivamente cancellato gli ultimi dubbi che ancora poteva avere sull’opzione granata. Il capolavoro di Cairo La schiena dritta di Cairo e il carisma di Mihajlovic hanno dato vita a un cocktail vincente, anche se è stato faticoso farlo bere a Ljajic. Settimane e settimane di discussioni e trattative, con in azione anche Petrachi come aiutante presidenziale. I rapporti tra Cairo e i vertici della Roma, Pallotta e Sabatini, hanno fatto la differenza, insieme con la capacità di Miha di indirizzare le volontà del giocatore, già allenato sia a Firenze sia in Nazionale. Sinisa Mihajlovic ha parlato ripetutamente al giocatore: inizialmente per invogliarlo a battezzare la scelta, poi per spiegargli perbene quanto una “sana” esperienza nel Toro fosse importante per il suo futuro, infine per fargli capire che tirare troppo la corda significava giocare con il fuoco.

E in effetti Ljajic ha rischiato per davvero di bruciarsi, tanto che i suoi agenti nei giorni scorsi hanno compiuto un mezzo miracolo per riaprire il dialogo con Cairo. Comunque ci sono riusciti, mentre il ragazzo volava a Belgrado per consultarsi con il padre. Infine, ieri mattina, la svolta, con la comunicazione della scelta alla Roma e al Torino. La serietà di Sabatini C’è da dire che l’approdo in granata di Ljajic ha un terzo nume tutelare, oltre all’opera di Cairo e Mihajlovic. Il ds della Roma, Sabatini, ha infatti dimostrato una serietà e una coerenza assolutamente encomiabili. Da settimane aveva trovato l’accordo con Cairo per la cessione a titolo definitivo del serbo e il prestito di Iago Falque, e nonostante tutti i problemi sorti negli ultimi 15 giorni Sabatini ha mantenuto la rotta, senza mai giocare scorrettamente su più tavoli (cosa che pure avrebbe potuto fare, viste le numerose squadre che hanno cercato la Roma, mentre i destini del serbo e dello spagnolo continuavano a essere in bilico). Ma, come detto, i rapporti tra Cairo e i vertici giallorossi han fatto la differenza. Anche Sabatini ha effettuato le pressioni giuste su Ljajic (Iago Falque invece aveva subito detto sì al Toro, ma era obbligato ad aspettare): e ora pure lui può festeggiare la bontà economica dell’operazione, visto che il jolly offensivo serbo non era nei piani di Spalletti (e aveva il contratto in scadenza già nel 2017). Per acquistare Ljajic, il Toro verserà 7 milioni alla Roma, più 500 mila euro di eventuali bonus. Per il prestito oneroso di Falque, invece, Cairo pagherà 1,5 milioni (e avrà un diritto di riscatto tra 12 mesi a cifre prefissate: poco meno di 6 milioni).

LE SIRENE DEL DIAVOLOLjajic negli ultimi tempi si era convinto che il Milan di Montella potesse fare carte false, per prenderlo. Mentre pure la Fiorentina del suo scopritore, il ds Corvino, si era avvicinata al suo profilo. Sono state soprattutto le sirene del Diavolo a condizionare il ragazzo serbo, negli ultimi tempi. Il tutto, si mescolava con la richiesta di inserire nel contratto col Toro una clausola rescissoria a cifre davvero troppo basse. Ljajic ha tirato troppo la corda e rischiato davvero di perderla, l’opzione granata. Ma alla fine ha compreso quanto possa essere eccezionale per lui questa scelta anche di vita: perché troverà un allenatore che lo conosce bene da anni, lo stima, sa come valorizzarlo al meglio. E Ljajic avrà anche un superingaggio, rispetto agli stipendi medi nel Toro: 4 anni di contratto a 1,5 milioni netti a stagione, con premi a salire fino a un massimo di 1,9 milioni complessivi. Ora dovrà parlare con i fatti. E’ atteso a Bormio, dopo le firme sui contratti e le visite mediche. Ma soprattutto è atteso sui campi della serie A. Assist, gol, belle giocate, lanci, dribbling, impegno, serietà, senso di responsabilità, attaccamento, comportamenti all’altezza: sono queste le risposte che contano. Che dovrà garantire Ljajic. E che si aspettano, giustamente, i tifosi.

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