No curve no party: e alla fine via di corsa

roma-lazio-curva sud

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Gli ultrà della curva Sud sono andati fuori l’hotel della squadra e hanno sorpreso così tanto alcuni giocatori stranieri che questi sono stati costretti a chiedere agli italiani: «Ma che succede?». Succedeva, ieri mattina prima di mezzogiorno, che un migliaio di tifosi che non sono entrati allo stadio hanno deciso di far sentire così la loro presenza a De Rossi e compagni. I calciatori li hanno immortalati con i telefonini, sono scesi per un saluto, poi via, direzione Olimpico, dove ad attenderli hanno trovato uno stadio semideserto. Stessa scena anche per la Lazio che, pur non avendo ricevuto visite in ritiro, appena ha messo piede sul prato, si è dovuta accontentare di vedere i propri tifosi — circa 3500 — relegati nei Distinti Nord lato Monte Mario.

PRIMA E DOPO DZEKO – «Non è derby, questo», diceva poco prima del fischio finale Richard, il giornalista di Al Jaazera, che anni fa fece la telecronaca della partita del 2011 decisa da una doppietta di Totti. Non era derby vero, niente coreografie, nei primi minuti sembrava di giocare in un teatro, tanto che si sentiva persino il tocco degli scarpini sul pallone. Il rigore di Dzeko ha scaldato gli animi: i tifosi della Lazio se la sono presa con Tagliavento e ad ogni intervento falloso della propria squadra gridavano ironicamente «rigore, rigore», quelli della Roma esultavano e provavano a farsi sentire. Le curve erano quasi deserte (un migliaio i romanisti, 400 i laziali), i Distinti Nord lato Tevere erano chiusi, quelli Sud, almeno loro, stracolmi.

MENO DI 30MILA – Ampi spazi vuoti, poi, in Tevere e in Monte Mario ma i circa 30mila spettatori presenti (con più di 35mila paganti) hanno provato comunque a farsi sentire. E a tratti ci sono riusciti: quelli della Lazio se la prendevano ancora con l’arbitro, i romanisti cantavano «vinceremo il tricolor» e applaudivano l’uscita dal campo di Salah e, soprattutto, Gervinho. Sugli spalti Pjanic incitava normalmente, De Rossi esultava come e quanto i tifosi. Quelli presenti e quelli rimasti fuori. Per alcuni tratti l’atmosfera da derby è tornata, poi al fischio finale si è ritornati a quello che diceva Richard: «Non sembra Roma-Lazio». Vero. Non era mai successo di vedere pochi secondi dopo il fischio finale la squadra vincente rientrare subito negli spogliatoi. Non era neanche terminata «Grazie Roma», quando in campo è rimasto solo Florenzi. Per le interviste.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti