Natale in anticipo: la Roma ringrazia

Il Messaggero (A. Angeloni) – Mourinho aveva ragione quando diceva che non voleva rischiare di sentirsi un idiota: non gli sarebbe andata giù dover rinunciare al primo posto per non essere riuscito a vincere a Sofia. La Roma non stecca – con qualche problema di troppo nel finale – e raccoglie con il sorriso il favore, inaspettato, dello Zorya, che ferma il Bodo sull’1-1 in Ucraina: primo posto del girone per i giallorossi e niente playoff a febbraio.

Si va direttamente agli ottavi. Non è poco per questa Roma, per questa rosa ristretta che Mou ha a disposizione. Evitare partite in più è sempre meglio, come ribadirà lo Special. Del resto, ora più che mai è giusto provare a vincerla, questa neonata coppa. Darebbe respiro alla scarna bacheca di Trigoria. A Roma non si vince seriamente da tredici anni, un po’ troppo. E Mourinho poi, è quasi un sinonimo di vittoria, ha trionfato ovunque, possibile che non ci riesca a farlo a Roma? Possibile, ma non è detto.

Il quarto posto che vuol dire Champions è lontano, la Conference si può, la Coppa Italia, è dura, ma si vedrà. Serve un adeguamento della squadra, a gennaio, ma non ci sono troppi soldi, chissà se basteranno le idee di cui parla Pinto.

I giallorossi ci mettono poco a sistemare subito la questione e pensare al domani, che vuol dire Spezia e soprattutto vuol dire ottavo di finale, senza l’intralcio della retrocessa dall’Europa League. Lo Special sperimenta, butta dentro qualche calciatore fin qui poco visto. Mayoral, su tutti. Che segna, di tacco, il primo gol stagionale alla seconda partita da titolare (la prima a Bodo…). Lui, il timbro lo mette sempre, con quello di ieri sono diciotto in giallorosso eppure quest’anno non lo abbiamo mai potuto ammirare e il che è inspiegabile.

Abraham ha conosciuto un altro compagno con cui confrontarsi e rapportarsi e l’intesa non è andata male: dopo Zaniolo, forse, è quello con cui si trova meglio. Uno, Tammy, gira intorno, l’altro va dentro l’area. Si dividono la posta: la prima rete la segna l’inglese, su assist del terzino destro, Karsdorp; la seconda la mette dentro lo spagnolo, con assist del terzino sinistro, Viña. La sfilata degli esaminandi continua, con il giovane Bove, che mostra un bel passo, nonostante il campo fritto dalla neve e non certo da grande palcoscenico europeo.

Escono Abraham e Mayoral e Mourinho ridisegna l’attacco, con Zaniolo e Shomurodov. Nessun gol e in più un altro infortunio (muscolare: fastidio all’adduttore, oggi le verifiche del caso) per Nicolò, che gioca appena sedici minuti, lasciando posto nel finale a Darboe.

La Roma si complica la vita da sola, regalando due gol ai bulgari del Cska: il primo con un tiro dal cuore dell’area di rigore di Catakovic, lasciato inspiegabilmente solo. E il secondo con una botta dalla distanza d iWildschut. Mentre lo Zorya intanto incassa il pareggio del Bodo, a Sofia la Roma rischia di prendere il tre a tre. La sensazione di sentirsi un idiota, per citare Mourinho, è stata solo sfiorata.

 

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