Nainggolan non finisce mai: «Voglio vincere qualcosa»

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La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Ventuno partite in 87 giorni, praticamente una ogni 4. Tra Roma (16, campionato e Champions) e Belgio (5, amichevoli e qualificazioni europee), Radja Nainggolan dal 22 agosto non si è mai fermato: ha giocato, in attesa della partita di stasera contro la Spagna, 1797’, il che significa 85,5’ di media a incontro. Wilmots dal 3 settembre non lo ha mai tolto dal campo, gli ha fatto giocare 90’ contro Bosnia, Cipro, Andorra, Israele e Italia, Garcia ha fatto lo stesso in Champions mentre in campionato gli ha risparmiato solo 57’ contro il Frosinone, 3’ contro la Sampdoria e 55’ contro l’Empoli. Per entrambi Nainggolan è fondamentale: e se nella Roma, da quasi due anni, è un’abitudine, nel Belgio sta diventando una piacevole novità.

ESCLUSO – Per capirlo basti ricordare che Nainggolan i Mondiali del 2014 li ha visti dalla sua casa in Sardegna. Wilmots non lo ha chiamato, nonostante il passaggio dal Cagliari alla Roma a gennaio, e lui ha sofferto parecchio per la mancata convocazione. «Meritavo un posto — ha detto e ribadito — ma il passato ormai è passato». Lo ha spiegato a parole, lo ha dimostrato con i fatti, e lo stesso atteggiamento ha avuto Wilmots, che ora lo considera imprescindibile nella sua idea tattica e, praticamente ad ogni conferenza, lo riempie di complimenti. Anche nel suo paese sta diventando sempre più importante: i media gli dedicano articoli e servizi tv e anche la sua attività sul web — ultimamente anche senza battibecchi con i tifosi avversari — lo aiuta parecchio, visto che ha oltre 335mila followers su Twitter.

NESSUN RIPOSO – La stampa belga ieri lo ha messo nel probabile undici titolare di stasera. La Roma, trattandosi di un’amichevole, spera che gli venga concesso un po’ di riposo, ma se dovesse di nuovo giocare ancora 90’ Nainggolan non si risparmierà. Vuole andare all’Europeo e farlo da protagonista, convinto che il Belgio stavolta abbia ottime chance di arrivare fino in fondo. Lui si sente bene e in grado di giocare sempre, anche se, un po’ per scaramanzia e un po’ per umiltà, non lo dice. Così come non dice che in fondo, guardare almeno per qualche minuto i compagni dalla panchina stasera contro la Spagna, non è che poi gli dispiacerebbe tanto.

VERSO BOLOGNA – D’altronde, il campionato chiama e sabato la Roma è attesa da una difficile trasferta a Bologna. La squadra emiliana, rinata con Donadoni, è avversario ostico, e Radja lo sa bene, visto che in carriera ci ha perso 4 volte su 10. L’ultima vittoria della Roma contro gli emiliani porta però la sua firma: era il 22 febbraio 2014, sabato allora come stavolta, il centrocampo giallorosso era quello che dovrebbe scendere in campo anche tra qualche giorno (il belga, poi De Rossi e Pjanic) e Radja segnò di destro su assist proprio di Miralem. Una vittoria d’oro, che consentì alla Roma di prendere punti preziosi per il secondo posto e cullare — ancora un po’ — il sogno scudetto. Adesso, invece, la Roma andrà al Dall’Ara per abbandonarlo, il secondo posto, e provare a prendersi la vetta della classifica.

OBIETTIVI – «Quest’anno tra club e nazionale spero di vincere qualcosa — ha ammesso Nainggolan prima della sfida contro l’Italia —. Gioco in due squadre molto forti, penso di avere la possibilità di poterlo fare». Lui ci crede, e pazienza se per riuscirci dovrà fare, ancora per un bel po’, gli straordinari.

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