Muro Roma, ma il Napoli lo supera

Il Messaggero (A.Sorrentino) – Le partite difensive, quando si rinuncia alla controffensiva al punto da non tirare mai in porta, postulano una legge e un corollario: non bisogna sbagliare nulla dietro e si deve sperare che l’avversario non compia prodezze inarrestabili. La legge e il corollario puniscono la Roma: l’attimo fatale cade al 35′ della ripresa con lo straordinario destro di Osimhen. La Roma fallisce l’esame di maturità, ha potuto poco contro un avversario più forte, superiore in tutti i confronti diretti e con una panchina che si sogna, eppure la carica dell’Olimpico meriterebbe sforzi più proficui.

La Roma è schierata con un 3-4-1-2, Pellegrini sale a pressare Lobotka, mentre il Napoli cambia mettendosi con un 4-2-3-1 al posto del solito 4-3-3. Il tema però è previsto: il Napoli porta palla, la Roma aspetta per rubargliela. Kvaratskhelia è chiuso in una gabbia tra Karsdorp e Mancini, il Napoli è costretto a lanciare più di quanto vorrebbe e consente pochi rovesciamenti di fronte alla Roma e il grosso degli sforzi arriva da Zaniolo sulla destra che però compie le scelte sbagliate sul più bello. La Roma, di fatto, non tira mai in porta. È anche vero che ci sono poche occasioni che per il Napoli e al 38′, nell’unica chance in cui si distende come sa, Irrati fischia rigore per un contatto Rui Patricio-Ndombele, ma rivisto al monitor cancella la decisione.

Nella ripresa la Roma soffre ma tiene su Elmas e non crolla neanche sul sinistro di Juan Jesus. Dal contropiede su percussione di Zaniolo nasce il contrattacco del Napoli con Osimhen che trova il gol. La Roma, poi, non ha alcuna reazione.

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