La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Si dice che un taglio di capelli possa offrire anche una nuova prospettiva sul mondo. Sarà per questo che le immagini che ieri rimbalzavano sui social di José Mourinho sulla poltrona di un parrucchiere di calciatori vip, ha fatto pensare che forse qualcosa stesse per cambiare.

Il tutto, mentre Saad Al Lazeez, vice “chairman” e ceo ad interim della Saudi Pro Leagueall’Olimpico, a due passi (virtuali) dallo Special One, diceva, a proposito della possibilità di vedere l’allenatore portoghese in Arabia Saudita: «Non posso rispondere, ma ci piacciono quelli bravi. E ce ne sono tanti». Bravi come Mou, però, non sono poi molti, così’ il messaggio che il tecnico lancia alla Roma è da ascoltare. «Ho parlato con i Friedkin, anche se non di rinnovo», dice ai microfoni di Rai Sport.

D’altronde, la domanda del giornalista centra il cuore dell’attualità, visto che il popolo giallorosso vorrebbe che allo Special One fosse prolungato il contratto. «Non so che cosa rispondere ai tifosi che chiedono se resterò. Con la proprietà ho contatti. L’ultima volta che ho parlato con il presidente Dan Friedkin è stato dieci minuti dopo la fine della partita la Lazio, mentre ero al telefono nel mio ufficio. La settimana scorsa, invece, ho parlato con il figlio Ryan. Ma parliamo di oggi, dell’attualità, del lavoro da fare, non di rinnovo».

La sensazione forte, insomma, è che Mourinho aspetterà ancora fino all’inizio del prossimo anno eventuali segnali dalla proprietà statunitense. Se per febbraio, però, non fossero arrivati, a quel punto prenderebbe in considerazione anche altre offerte, con netta predilezione per quelle che possano giungere dalla Premier League, magari da club in ascesa stile il Newcastle. L’impressione è che le offerte arabe – ovviamente imbattibili dal punto di vista economico (si parla di cento milioni per due stagioni) – sarebbero prese in considerazione solo per ultimo, nonostante il portoghese poco tempo fa abbia detto: «Un giorno allenerò lì».

In attesa di scoprire quale sarà l’esito di una storia che per adesso, contrattualmente parlando, si dovrebbe chiudere a giugno, il tecnico si riappropria del suo ruolo di Special One quando parla di coppe europee. «Nella storia della Roma è stata la prima volta che la squadra ha disputato due finali europee consecutive, e si può immaginare la difficoltà nel riuscirvi – spiega –. E se si pensa alle squadre che storicamente hanno giocato tre finali europee di fila, dico solo che si tratta sempre di squadre mitiche. Perciò occorre provarci».