La Gazzetta dello Sport – La testa di Mourinho è alla gara di stasera, ma non solo. Perché venerdì il tecnico della Roma è stato ascoltato dal Procuratore Federale Giuseppe Chiné per i fatti di Sassuolo-Roma.

Dalla giustizia mi aspetto giustizia – dice – Mi è stata data la possibilità di dire la verità: non ho mai offeso l’arbitro (Marcenaro, ndr) e non ho mai messo in dubbio le sue qualità. Ho usato un’espressione (equilibrio emozionale, ndr) che uso anche per me. È stata capita male”.

E Berardi? “Era un mio diritto dire quelle cose e anche un dovere da allenatore per difendere il calcio, in campo certe cose non dovrebbero succedere. Se poi il Sassuolo ci è rimasto male è un problema suo. Prima della gara nessuno mi ha detto nulla, anzi. È una questione di dignità, io dico tutto in faccia.

E allora anche il sostegno del g.m. Pinto gli ha fatto piacere:“Lui è la Roma e quando ho ragione la vicinanza mi fa piacere. Il trio Rapuano-Aureliano-Maresca? Ho riflettuto, noi allenatori non dobbiamo parlare degli arbitri prima della partita“.

Quindi la sfida di stasera (“Gara difficile, la Fiorentina ha i nostri stessi obiettivo”) e il futuro: “Ieri ero con Friedkin e i suoi due figli, parliamo spesso. Ma non di rinnovo, quello non mi è mai stato proposto.