Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Lo sguardo emozionato durante l’inno della Roma, gli applausi all’Olimpico che ha urlato a squarciagola il suo nome al momento dell’annuncio delle formazioni e il grande entusiasmo dei tifosi nel vedere José Mourinho sugli spalti, a distanza ravvicinata.
Una partita decisamente diversa dalle altre per il portoghese che ha scelto di osservare e studiare i suoi da una diversa angolazione rispetto alle altre gare da squalificato. Niente saletta nella pancia dello stadio, ma su in tribuna stampa insieme ai suoi collaboratori per visionare meglio, dall’alto, i movimenti dei suoi giocatori con e senza palla. Ciò che dalle telecamere, con l’inquadratura che si muove in direzione dell’azione, non avrebbe potuto fare al meglio.
Mou dal fischio d’inizio di Pajac non ha più perso di vista il campo. Dopo quaranta secondi è stato costretto ad alzarsi nel primo sussulto della gara, il tiro di Bedia terminato di poco fuori. Da li in poi Mou è stato praticamente impassibile, senza lasciar intravedere alcuna emozione. Attento a studiare la partita, a confrontarsi con il match analyst Cerra seduto accanto a lui. Al gol di Lukaku ha visionato l’azione, si è appuntato alcune situazioni di gioco ma non ha mosso un dito fino al 38′, quando è sceso nel tunnel per parlare con i collaboratori.
Secondo tempo tranquillo in tribuna a guardare i suoi dilagare. Studio delle azioni dei gol ma anche un selfie con le quattro dita per festeggiare la vittoria e il primato consolidato nel girone. Poi l’infortunio di Pellegrini. E su quello l’impassibile Mou non ha fatto a meno di mostrare la sua preoccupazione, mordicchiando la penna al momento dell’ingresso in campo dello staff medico giallorosso. Anche lui poi si è goduto la festa dell’Olimpico, con tanto di foto alla curva Sud.