Mancini a Zaniolo: “Resta a Roma”

C’è una cosa, oltre all’enorme talento calcistico, che accomuna Francesco Totti e Roberto Mancini: hanno esordito giovanissimi nel calcio dei grandi. Aveva 16 anni lo storico capitano della Roma quando debuttò in Serie A, ne doveva ancora compiere 17 l‘attuale c.t. della Nazionale. Ecco perché nessuno meglio di loro, in questa fase, può essere d’aiuto e di supporto a Nicolò Zaniolo, uno dei baby su cui la Roma e la Nazionale vogliono costruire il loro futuro. Totti ci parla tutti i giorni in quel di Trigoria, spesso anche con il suo tono scanzonato, a volte seriamente, lontano da telecamere, social e occhi indiscreti. Mancini, invece, ha scelto Coverciano come luogo per una lunga chiacchierata. Tanto che la convocazione del jolly romanista per lo stage con tanti giovani è stata più da psicologo che da allenatore. Mancini, infatti, conosce benissimo Zaniolo, lo ha chiamato a settembre scorso quando non aveva neppure esordito con la Roma, e spesso lo vede giocare dal vivo allo stadio Olimpico, nella sua città. Sa che rende benissimo come mezzala, che se la cava egregiamente da trequartista mentre soffre un po’ quando viene dirottato sulla fascia, a destra. E il c.t. azzurro sa anche che Zaniolo fisicamente sta bene ma è un po’ stanco. Mancini voleva vederlo a quattr’occhi, parlarci, capire che momento sta attraversando tra notorietà improvvisa, cambio di allenatore e la questione del rinnovo del contratto. Poi Mancini ha parlato anche pubblicamente di Zaniolo, nell’ambito del bilancio finale di questo stage azzurro: «Lui e Kean mi danno del lei, loro sono giovani, penso che sia anche giusto. Forse Zaniolo non si aspettava la chiamata in nazionale, non aveva ancora debuttato in Serie A, giocando solo in Primavera. L’avevamo seguito a fondo agli Europei Under 19, in sei mesi è migliorato moltissimo, ma la strada è ancora lunga. È normale che adesso Nicolò stia attraversando un periodo di calo fisico, ma rimane un ragazzo di grande prospettiva. Per me la posizione in cui può rendere meglio è la mezzala. Sono arrivato in un momento difficile per la Nazionale, abbiamo pensato che dovevamo fare qualcosa di diverso, chiamare ragazzi giovani come Zaniolo ad esempio, che dopo la nostra chiamata è diventato titolare anche nella Roma». Lo riporta La Gazzetta dello Sport.

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