La Repubblica (G. Cardore) – Si tratta a oltranza. Per soddisfare l’attesa frenetica dei romanisti che continuano a cercare aggiornamenti e quella, meno ostentata ma con tutta probabilità del tutto simile, di José Mourinho. Romelu Lukaku non è ancora un giocatore della Roma, eppure gli sforzi per far sì che il trasferimento diventi realtà sono intensi. Da venerdì sera Ryan Friedkin e Tiago Pinto trattano col Chelsea. E hanno deciso che non torneranno fino a quando l’affare non sarà definito. “Lukaku? C’è chi sta lavorando per rendere concreta questa cosa“, ha confermato Lorenzo Pellegrini, il capitano della Roma, prima del match contro il Verona.

Cinque milioni l’offerta del club giallorosso al Chelsea per il prestito secco del centravanti belga, mentre i Blues chiedono le stesse condizioni applicate un anno fa all’Inter: 8 milioni più 2 di bonus. L’accordo tra i due club insomma non c’è, ma le volontà dell’uno di prendersi Lukaku e dell’altro di liberarsene, convergono al punto da suggerire che non sia (più) questo l’ostacolo. Eppure uno c’è, ancora, e coinvolge direttamente il colosso ex Inter. Perché la Roma ha un accordo con Lukaku per 9 milioni netti di ingaggio da corrispondere in questa stagione (12 al lordo, grazie al decreto Crescita), ma lui prima di dire sì vuole recuperare le due mensilità di luglio e agosto dal Chelsea. Che, al contrario, non vorrebbe riconoscergliele.

Anche perché il rapporto tra il giocatore e il club è pessimo: il problema quindi nasce proprio nel solco che ha permesso alla Roma di tentare il colpo a effetto, l’ennesimo dopo quelli di Mourinho (nel 2021) e Dybala( nel 2022). Roma non s’è fatta in un giorno, recita un detto molto popolare negli States e nemmeno Rom alla Roma si farà in ventiquattro ore. Anche se ieri ha contribuito a far germogliare le illusioni romaniste, quando il sito di informazione belga Het Laatste Nieuws ha pubblicato una conversazione con l’attaccante in cui Lukaku sembra chiarire come le sue intenzioni, dopo la raffica di voltafaccia estivi, siano adesso di raggiungere Mourinho, l’allenatore incontrato prima da ragazzino al Chelsea e poi con più soddisfazione allo United.

Intercettato in un torneo giovanile, Big Rom avrebbe confidato: “Sono nervoso, domenica vado a Roma per firmare”. In realtà, potrebbe aver avuto un eccesso di ottimismo: non è facilissimo che la situazione possa sbloccarsi in tempo per permettergli di partire oggi stesso per la sua nuova città. Certo la palla è in mano al suo agente che dovrà continuare a limare le pendenze e definire l’accordo. Poi la Roma dovrà affrontare anche un altro problema: il transfer balance imposto dalla Uefa, per cui non si può spendere per la squadra più di quanto messo a budget nella stagione precedente. Insomma, la situazione nascono de ancora angoli da approfondire. Ma una cosa è diventata chiara venerdì, quando Friedkin è partito alla volta di Londra: la Roma e Lukaku sono vicini, vicinissimi. Non manca altro che darsi la mano.