Gazzetta dello Sport – Totti sì, gli altri pure. Ora tocca a Luis Enrique

Senza tanti giri di parole, qualche giorno fa, a precisa domanda («Rientri con il Lecce?») Totti ha risposto sibillino, perché Luis Enrique intendesse. «Io sto bene, pronto a tornare in campo, sono a disposizione del mister». E dire che era ancora venerdì, la fine di una settimana lavorativa assai proficua per lui, ma la prospettiva di doverne sostenere un’altra, senza intoppi, per convincere l’allenatore. Ieri, Totti ha cominciato la settimana decisiva col piede giusto: un altro allenamento regolare, che significa un altro passo verso l’Olimpico, domenica sera, avversario il Lecce. A cui, per inciso, ha segnato dieci gol in carriera. Statistiche amiche, ma sono più l’assenza di dolore alla coscia, il tendine sfiammato, il tono muscolare ritrovato a renderlo ottimista. «Lui si aspetta di giocare», sussurravano ieri dal suo entourage.

A bassa voce Già, meglio non farsi sentire da Luis Enrique. Perché con il tecnico asturiano il rischio è sempre di fare i conti senza l’oste. Si è saputo che è stato Totti a ribattezzarlo ironicamente «Zichichi», come lo scienziato. E a chi altri poteva venire l’idea? Il capitano se lo può permettere, quello che non gli è consentito con Luis è aspettarsi di giocare sempre e, quando non accade, lamentarsi. C’è un solo intoccabile per lo spagnolo, De Rossi, a lui non rinuncia mai. A proposito, ieri Bruno Conti ha ricordato che «la Sensi rifiutò 70 milioni dal Chelsea per Daniele». Erano altri tempi (la Roma non faceva acquisti), oggi il rinnovo di De Rossi è in stand by: DiBenedetto — da oggi di nuovo nella capitale, in agenda per prima cosa il passaggio di Roma Channel sotto l’ala del club — aspetta segnali dal ragazzo nei prossimi giorni. Totti, invece, aspetta segnali da Luis Enrique. Con lui si è adattato a tornare trequartista «ma con facoltà di attaccare (Luis Enrique dixit)», in realtà molto spesso costretto a indietreggiare ulteriormente, tanto da sembrare più Gattuso che Totti. E siccome — direbbe Ringhio, altro vecchio leone arrugginito — se uno nasce quadrato non muore tondo, a Totti questa cosa che non segna come prima non va giù. In questa stagione i gol segnati sono diventati addirittura sognati. È ancora fermo a zero, la rincorsa al podio dei cannonieri all time (con 207 reti è quinto) non è mai ripartita.

Che concorrenza
E siccome quando il gatto non c’è i topi ballano, in sua assenza — domenica saranno 50 giorni —, Osvaldo si è confermato, Bojan è uscito dal guscio ed è esploso Lamela, tant’è che pur con risultati discontinui (due vittorie e tre sconfitte) non è che la Roma abbia sofferto troppo la mancanza di Totti. Almeno così è parso. Poi, certo, lui è il re, ma Luis Enrique-Zichichi è pagato (parecchio) pure per imporre le sue scelte. E ride chi ride ultimo.
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

 

 

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