Il Messaggero – Luis, la Roma nasce al pc

L’iPad, portato in campo a Riscone durante il ritiro, rappresenta meglio di ogni altro strumento di lavoro o di qualsiasi addestramento la svolta della nuova Roma. Luis Enrique che riprende gli allenamenti con il tablet dell’Apple e che fa subito vedere movimenti giusti e sbagliati al suo gruppo in leggera differita.

Cioè in fretta, perché gli aggiornamenti su come comportarsi sono comunque in tempo reale. Come fossero istantanee che inquadrano i particolari di ogni seduta, per approfondire e migliorare. Per intervenire sui singoli e sui reparti. Se l’iPad è la novità tecnologica che più sintetizza il percorso moderno scelto dal tecnico di Gijon (tra l’altro scomparso in fretta: è servito quando ancora non parlava bene l’italiano e con le immagini riusciva a spiegarsi meglio), c’è la normale quotidianità con cui si rapporta con i suoi collaboratori e soprattutto con i suoi giocatori. Prendiamo la giornata tipo. La Roma, a Trigoria, si allena quasi sempre di mattino. La convocazione per tutti è alle 9, almeno un’ora prima dell’inizio dell’allenamento. I giocatori si ritrovano in una stanza con il vice di Lucho, Robert Moreno, e con il preparatore atletico, Rafel Cabanellas, per dire come si sentono. Nel senso che i singoli devono esporre i problemi, se ci sono, di qualsiasi natura. A cominciare dagli impedimenti di carattere fisico. Un dolore o semplicemente un malessere accusato dopo la notte. Luis Enrique vuole conoscere in anticipo ogni situazione personale. Subito dopo, ricevuto il quadro generale, decide il programma per ciascuno. Fondamentale è conoscere il numero degli elementi con cui affrontare il discorso tattico, scartando chi ha bisogno di fermarsi in fisioterapia o in palestra. Prima dell’allenamento, la riunione con lo staff tecnico. Ognuno dei collaboratori ha un computer. Tutti sono in connessione tra loro.

Dialogano. Perché da Lucho al motivatore Llorente, uno dei più attivi nella preparazione del lavoro, devono avere la scheda di ogni titolare. Controllando il numero di allenamenti fatti o saltati, il lavoro specifico svolto negli ultimi giorni, i progressi di alcuni e le difficoltà di altri. Le schede personalizzate vengono, dunque, aggiornate in continuazione. Dalla memoria su computer nasce la lista dei convocati. Quando Luis Enrique ricorda come sceglie i giocatori, 18 per le gare in casa e 20 al massimo (per ora) per quelle in trasferta, più volte spiega che la sua intenzione è coinvolgere l’intera rosa, proprio dando la massima importanza alle sue schede che inquadrano il lavoro di ogni atleta. Ovviamente anche i video sono utili per preparare un allenamento o una partita. Lucho ha con sè tutte le gare del suo Barça B e su quelle insiste. Per chiarire le posizioni e gli spostamenti in campo prendendo come esempio i titolari della sua ex squadra di Segunda Division.

L’allenatore asturiano fa vedere il suo vecchio gruppo, le cose che riuscivano ai suoi ex giocatori e quelle che invece non funzionavano. Presenta la sua realtà e non quella di altri. Perché è la sua su cui bisogna insistere per crescere. Si è portato dietro, nell’hard disk del suo computer portatile, centinaia di schemi, nel senso di situazioni di gioco, del Barça B. Ogni azione ha un nome o un numero. Prima di scendere in campo, ne seleziona qualcuno, anche adattandolo alle caratteristiche dei calciatori disponibili in quella giornata, per concentrarsi esclusivamente su modifiche e correzioni relative a poche fasi di gioco. Lo scopo è non ingolfare la testa dei singoli. L’ultima esercitazione, per rendere l’idea di quanto sia fissato con i dettagli, è relativa ai falli laterali: suggerimenti su quale piede restituire il pallone a chi ha battuto la rimessa con le mani, ovviamente a seconda delle situazioni di gioco. Troppa pressione manda in tilt psicologicamente i giocatori: «La testa è tutto» ha detto recentemente Lucho. Per questo, quando la Roma gioca all’Olimpico, dà appuntamento alla squadra direttamente la mattina della partita, evitando di rinchiuderla a Trigoria in ritiro. La riunione prepartita, anche in caso di notturna (il discorso è valido pure in trasferta), c’è sempre alle 11. Perché poi lascia liberi i calciatori di rilassarsi e non pensare al match.

Agli avversari pensa Simone Beccaccioli, coadiuvato dal tattico Aurelio Andreazzoli, elencando punti deboli e di forza. Marcos Lopez, uno dei collaboratori di Lucho, ha un sito internet che si chiama Futbolitis ricco di storie e analisi sul calcio e sempre a disposizione del tecnico della Roma. Che comunica con i tifosi grazie a Twitter: da poco ha cambiato la sua foto, mettendo lo stemma del C.C. La Brana de Gijon, la sua prima squadra. A parte gli slogan come «Andiamo a vincere anche la seconda», dopo il suo primo successo italiano a Parma tre domeniche fa, racconta sensazioni e gusti, dalle escursioni fuori porta in mountain bike al debole per il cappuccino e il gelato.
Il Messaggero – Ugo Trani

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