In vista della finale di Europa League di domani, Pellegrini e Mancini hanno rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa. Queste le loro parole:

Come arrivate alla finale? 

(Pellegrini) “Arriviamo consapevoli, quando arrivi in finale vuol dire che hai fatto un percorso che ti ha lasciato qualcosa. I sacrifici, sappiamo quanto abbiamo voluto essere qui. Concentrati e determinati”

È un punto di partenza per qualcosa di più grande?

(Pellegrini) “Io penso che in realtà c’è sempre qualcosa di più grande, ma la cosa più grande che può rimanere è non accontentarsi mai. L’anno scorso abbiamo dato il 100% e l’abbiamo vinta. Quest’anno lo stesso e il nostro desiderio è di vincerla. Noi siamo così grazie al mister che ci dice di lasciare tutto, siamo abituati. Quando sono state le altre competizioni è successo lo stesso. Siamo tanto grati per quello che abbiamo fatto, abbiamo avuto tante difficoltà da dentro o fuori. Dovevano scendere 11 uomini, il finale è il coronamento di questo percorso bello. Non vediamo l’ora di giocare domani.”

Domani giocare contro una squadra spagnola. Sono abituate a vincere. Hai una idea del perché sia così ?

(Pellegrini) “Ma io penso perché sono squadre forti, sono abituate a giocare con un certo livello tattico. Sarà una partita difficile, ma anche per loro. Siamo orgogliosi di essere qui. Abbiamo fatto questo percorso per essere qui per trovare il nostro equilibrio e giocare questa finale fantastica.”

Perché a Trigoria l’allenamento? Dybala è capace di giocare ?

(Mancini) “Ci troviamo bene così. Paulo è venuto con noi, ha toccato il campo e cammina. Speriamo possa darci una mano.”

Cosa pensate del fatto che la gente vince con il Pullman ?

(Pellegrini) “Ci viene da ridere. Saper affrontare una partita a livello tattico non vuol dire concedere alla squadra avversaria. Bisogna limitare la squadra, abbiamo studiato gli avversari per arginare i loro punti di forza. Ci siamo riusciti perché la gente che parla non è in finale.”

Cosa è cambiato in te e nella società?

(Pellegrini) “Quello che è successo dopo è stato quello che noi veramente abbiamo voluto. Creare un gruppo che ci tiene. Mi ricollego alla domanda di prima. Sacrificarsi per una corsa in più per l’avversario è volere essere di più oggi. È stato un punto di partenza poi è arrivato il mister con la sua mentalità e la sua unicità.”