L’imperativo è: si gioca, bastano 13 giocatori. Ricorsi al Tar anti Asl

La Gazzetta dello Sport (V.Piccioni) – Si va avanti. Alla fine della giornata di ieri, dopo il terremoto che ha fatto saltare come birilli quattro partite di campionato, il consiglio della Lega Serie A ribadisce la sua compattezza e non ammaina la bandiera del “si gioca”. Niente rinvii, toccherà al giudice sportivo decidere gli eventuali 3-0. Dalla riunione viene tirata giù la famosa regola del numero minimo di calciatori per giocare, i 13 del codice Uefa. 13, minimo con un portiere, anche pescando dalla formazione Primavera. In realtà, questa regola anche nell’ultima stagione fece molta fatica e finì al tappeto di fronte alla scarica di decisioni delle Asl.

In questo momento la Lega ritiene le Asl il punto cruciale della confusione di queste ore. Non si mettono in discussione le prerogative dell’autorità sanitaria locale, tanto più in un momento in cui la curva epidemiologica ha preso ad impennarsi drammaticamente, ma il problema è la discrezionalità, l’incertezza totale. Ecco perché viene addirittura annunciata la possibilità di ricorrere al Tar contro i provvedimenti delle Asl che non tengono conto delle disposizioni sulle quarantene delle scorso 30 dicembre, secondo cui il vaccinato con terza dose o seconda da non più di 120 giorni, o guarito dal Covid negli ultimi quattro mesi, non è più obbligato all’isolamento a casa se ha un contatto stretto. Domani è in programma un’assemblea dei club e si vedrà se la compattezza ottenuta in Consiglio di Lega potrà riproporsi.

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