Corriere dello Sport (G.Marota) – Il Freisa è un vitigno resistente, in grado di sopportare anche lunghi periodi di siccità. Gian Piero Gasperini ne è un cultore, oltre che un produttore, in quelle terre del Monferrato Astigiano dove si ritira nei pochi momenti di pausa che la vita stressante del calcio gli concede. Osservando la resilienza della propria uva preferita, l’allenatore della Roma deve aver capito che per dare da bere a un attacco assetato è necessario creare e cambiare, insomma rimescolare pure quelle che sembravano delle certezze. “Mi chiedete se Cristante si trova bene sulla trequarti. Ma certo. Lui è un po’ come me, io qualche volta devo cambiare la routine: mi aiuta a dare qualcosa in più”, ha ammesso al termine di Roma-Parma, forte di un primo posto in classifica costruito nonostante i tanti esperimenti. Ma non chiedetegli di incasellare i suoi uomini in delle rotazioni specifiche: nel mondo di Gasperini non esistono ruoli stantii, né calciatori utilizzabili in una sola posizione, che siano titolari o riserve.
La sua Roma ha dimostrato di poter giocare con due attaccanti centrali, con due ali e una punta, con Cristante trequartista, oppure con tre media- ni cambiando il 3-4-1-2 e il 3-4-2-1 in un 3-5-2. Merito di una panchina che finalmente incide. A Reggio Emilia nella ripresa sono entrati Soulé, Hermoso, Dovbyk, Soulé, Pellegrini e Rensch, mercoledì sera sono stati sganciati Bailey, El Aynaoui, ancora Dovbyk e Rensch e soprattutto Ghilardi, al debutto ufficiale dopo tre mesi di allenamenti. La Roma di Gasp è diventata multitasking soprattutto per la capacità di cambiare le posizioni in campo, anche in corsa, ottenendo sempre risposte convincenti al netto di qualche tentennamento, come lo ha avuto Ndicka nel momento in cui è stato dirottato sul centro-destra contro l’Inter. L’ivoriano, sempre impiegato a sinistra, con il Parma è stato il perno della difesa, mentre Mancini ha traslocato a destra ed Hermoso è tornato a sinistra. Cambiando l’ordine degli addendi difensivi il risultato non è cambiato, anzi: Mancio si è rivelato un’arma in più in attacco, inserendosi con continuità senza il rischio di sguarnire il reparto avendo proprio Ndicka a coprirgli le spalle.
Celik è partito in questa stagione come difensore centrale e ora si sta imponendo da terzino, il ruolo che gli è sempre appartenuto. L’altra fascia è diventata il terreno di caccia di Wesley, che prima di Roma-Inter in carriera non aveva mai giocato a sinistra. Cristante, nel frattempo, è tornato a fare il trequartista come ai tempi di Bergamo (12 gol in una stagione con Gasp), prima della chiamata della Roma che in 7 stagioni lo aveva impiegato ovunque ma mai dietro le punte. El Aynaoui ha già fatto tre ruoli: mediano, trequartista e mezzala. Soulé è partito ala destra ma si è spesso scambiato la posizione con Dybala; contro il Parma ha fatto anche il trequartista puro quando Ferguson è uscito e al suo posto è entrato Bailey, un’esterno offensivo che sta imparando a fare l’attaccante. Proprio muovendosi in quella zona, Soulé aveva trovato il gol, poi annullato per fuorigioco. Anche chi fi n qui è stato utilizzato meno, come Pisilli, si sta trasformando in jolly: Niccolò non ha ancora una collocazione definita e forse non averla potrebbe rivelarsi un inaspettato vantaggio.



