La solitudine delle grandi favorite


Pagine Romaniste (Alessio Nardo) – Tutto come previsto. Siamo soltanto a inizio settembre eppure i principali campionati europei, Premier League esclusa, sembrano aver già preso una direzione chiara. Partiamo dalla Serie A, parzialmente risollevata negli ultimi due anni dai minimi distacchi tra la prima (sempre la Juventus) e le seconde: gap di 4 punti sia nel 2016-2017 (Roma seconda) che nel 2017-2018 (Napoli vicecampione). Non una svolta, ma una leggera fiammella di speranza in ottica futura. L’impressione è che si stia tornando indietro. Nel senso che la Juve è ancora più forte di prima, e non fatevi ingannare dal digiuno di CR7 (anzi, vincere tre partire su tre senza i gol del proprio miglior giocatore, rappresenta un ulteriore segnale di superiorità) mentre le altre, le teoriche rivali, non fanno che stentare.

L’Inter gioca male e vince la prima solo grazie alla pochezza di un avversario, il Bologna, steso nel cuore della ripresa dopo un’ora di snervante lentezza e preoccupante assenza di idee, peraltro ormai lampante in casa nerazzurra da svariati mesi. Il Napoli, privo di sostanziali rinforzi estivi, dimostra di essere forte ma al contempo vulnerabile, soprattutto sul piano difensivo (6 gol subiti in 3 partite, azzurri sempre sotto nel punteggio). Poi c’è la Roma, travolta dalle incertezze di Di Francesco e dai malumori di una piazza che già bacchetta Monchi per la leggerezza con cui si è liberato di tre autentici top player. Milan e Lazio, nonostante gli ultimi successi, non sembrano proprio da corsa. Stesso discorso per la giovane e pimpante Fiorentina, seppur forte dei 6 punti raccolti nelle prime due gare. Dunque, siamo alle solite. Con una Signora trionfalmente marciante, al netto di qualche sofferenza con Chievo e Parma, e le altre immerse nei loro soliti, atavici problemi: Inter senza gioco, Napoli senza mercato a causa della scarsa propensione al “rischio” del suo presidente e Roma alle prese con l’ennesima rivoluzione tecnica dell’epopea americana.

Altrove, di certo, non ci si diverte di più. Basti pensare alla Ligue 1, col Paris Saint Germain a punteggio pieno alla 4^ giornata (13 gol fatti, 4 subiti) e capolista solitaria, davanti alle cenerentole Digione e Tolosa (9 punti). Le altre potenziali big? In affanno. Il Marsiglia di Strootman e Garcia, la più vicina ai parigini con i suoi 7 punti all’attivo, ha già steccato due volte, esibendo tuttavia una splendida rimonta (da 2-1 a 2-3) nell’ultimo turno contro il Monaco di Jardim, ormai desaparecido dopo le meraviglie di due anni fa (titolo vinto e semifinale di Champions raggiunta, con un certo Mbappé in rosa, e non è un dettaglio). Male anche il Lione, tanto talento ma poca costanza: lo 0-1 in casa col Nizza (primo sorriso per Vieira) dice tutto. In Germania già 6 su 6 per il Bayern Monaco dopo due giornate: spazzate via Hoffenheim e Stoccarda. Tengono il passo Wolfsburg e Hertha, due outsider, mentre il Dortmund inciampa subito (dopo il 4-1 al Lipsia, ecco il magro e deludente 0-0 esterno con l’Hannover). In Spagna, e chi l’avrebbe mai detto (…), volano Real Madrid e Barcellona, entrambe in vetta a 9 punti: 8 i gol rifilati dai blaugrana all’Huesca ieri sera al Camp Nou. L’Atletico Madrid perde terreno a Vigo (Celta terza forza, 7 punti) mentre proseguono a rilento Siviglia, Villarreal e Valencia. Il torneo più bello, tra i top europei, resta la Premier, con Sarri, Klopp e il sorprendente Watford in testa a quota 12, seguiti da Guardiola col suo City a 10. E Tottenham, Arsenal e Man United non sono poi così distanti. Unico appiglio d’interesse, l’Inghilterra, in un contesto generale preoccupante. Fatto di film visti e rivisti. Di partite e competizioni dall’esito apparentemente e malinconicamente scontato.

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