La Roma va sempre di fretta. Torna in fuga dopo 4 minuti

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La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Quando si dice personalità da capolista. Dopo aver visto per una manciata di ore l’Inter riprendere la testa della classifica, la Roma decide di andare di fretta, chiudendo virtualmente la pratica in 9 minuti e riafferrando subito il primato grazie a un perentorio 3-1 su una modesta Udinese, che pure in trasferta finora aveva fatto registrare le cose migliori, con gli acuti sui campi di Juve e Bologna. È la quinta vittoria consecutiva in campionato per la squadra di Garcia che – nonostante gli appelli dei vertici societari – gioca sempre più in un Olimpico semivuoto, soprattutto per le polemiche defezioni di gran parte della curva Sud, che addirittura fischia chi decide di tifare: un’assurdità. Gli assenti però si perdono le reti di Pjanic e Maicon, Gervinho e la rete della bandiera di Thereau, il che consente ai giallorossi – col miglior attacco (25 reti: nelle prime 10 giornate solo nel 1960-61 avevano fatto meglio) – di allungare a 21 la striscia di partite con gol in campionato.

UDINE RINUNCIA – L’impressione è che i friulani perdano la partita ancora prima di scendere in campo, visto che Colantuono – pensando già al Sassuolo – in avvio tiene fuori Felipe, Adnan, Lodi, Bruno Fernandes e Di Natale: mezza squadra titolare. Con queste premesse, nessuna sorpresa che la Roma non soffra le squalifiche di De Rossi e Salah, il che consente a Garcia di rispolverare in difesa un Maicon con la vena dei giorni belli, costruendo una mediana a tre con Nainggolan vertice basso, Florenzi (per la prima volta capitano dall’inizio) interno di destra e Pjanic pronto a scivolare sulle zolle del trequartista, creando a volte un leggibile 4-2-3-1 quando Gervinho e Iago Falque si allargano sulle fasce dietro a Dzeko, ancora una volta non in gol ma utile nella costruzione. Ai bianconeri, quindi, a poco serve Iturra davanti a una difesa a tre che imbarca acqua, soprattutto quando sulle fasce Pasquale – utile in appoggio – soffre davanti a Maicon, anche perché poco aiutato da Marquinho e Piris, ex non rimpianti. Ne consegue che Badu prova a predicare in una trequarti desolata, dove Perica si batte più di un Thereau che solo nella ripresa troverà la zampata giusta. Risultato: in meno di dieci minuti la gara va di fatto in archivio. Al 4’ Maicon infatti, alla prima accelerazione, serve Pjanic che semina Iturra e segna, diventando il capocannoniere stagionale giallorosso con 6 reti, in tandem con Gervinho. Neppure tre minuti e Karnezis deve intervenire su Dzeko, ma al 9’ il portiere non si ripete, intervenendo male su un sinistro sporco di Maicon, in splendido assolo su Piris. Il raddoppio indirizza la partita, ma non placa la Roma che sfiora il tris almeno altre quattro volte, con un nuovo assolo di Maicon concluso alto da Digne (21’), con un cross di Iago su cui Dzeko devia di testa fra le braccia di Karnezis (25’), con uno splendido lancio di Maicon (ancora lui) che serve da quaranta metri solo davanti alla porta Florenzi, il cui tiro però non è degno della sua fama (31’). La scombinata Udinese, troppo larga tra i reparti, reciterebbe solo da sparring partner, se un paio di pericolosi cross di Pasquale dalla sinistra non arrivassero pericolosamente nell’area piccola, spaventando un po’ Szczesny.

GERVINHO GOL – Nella ripresa l’Udinese prova a cambiare pelle passando al 4-4-2, con l’inserimento di Fernandes e l’arretramento di Badu e Pasquale. Ma è sempre la Roma a fare la voce grossa quando una percussione di Manolas, mal contrastato, porta il greco a ricoprire l’inedito ruolo di uomo assist per Gervinho, che piazza l’unghiata e segna il suo 5° gol in campionato nelle ultime 5 giornate. È il 18’, e la partita finirebbe qui se la girandola dei cambi non portasse l’inedita coppia centrale difensiva giallorossa composta da Rüdiger e Gyomber a lasciare un corridoio utile per Thereau che, servito dal nuovo entrato Aguirre (32’), va in gol. Il resto serve solo per segnalare un paio di parate di Karnezis su Dzeko e Iturbe, mentre sugli inutili titoli di coda anche Szczesny si sporca i guanti, bloccando una punizione di Fernandes. Morale: se l’Udinese è parsa psicologicamente giocare solo per onor di firma, la Roma – pur fragile in difesa (rimasta imbattuta solo a Frosinone) – si conferma in campionato imprendibile quando va in vantaggio (7 su 7) e pericolosissima soprattutto nei primi 15’ con 5 reti all’attivo. A pari merito – indovinate con chi? – proprio col Napoli. Con la Juve a 11 punti di distanza, se non è un segno del destino, ci va sorprendentemente vicino.

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