La Roma sul velluto. Poker al Pescara che scende in B, Napoli spinto a -4

La Gazzetta dello Sport (A.Frosio) – Nell’arte di complicarsi la vita, la Roma avrebbe vinto molti più scudetti di quelli che ha in bacheca. Passeggia con il Pescara, risponde con 4 gol ai 6 della Lazio (non ne segnava tanti in trasferta proprio da un anno, contro i biancocelesti) e vola a più 4 sul Napoli rafforzando il secondo posto, ma già sul 4-0, quando tutti cercano Dzeko per farlo entrare nel tabellino dei marcatori, Spalletti decide di toglierlo, prendendosi gli insulti del bosniaco, che avrebbe voluto (e facilmente potuto) alimentare la sfida a colpi di gol con il Gallo Belotti. Con il rischio di creare un caso proprio alla vigilia del derby. E anche la squadra sembra subire subito il contraccolpo, perché smette di giocare e finisce per incassare il gol dell’1-4. Il nuovo d.s. Monchi, ieri in tribuna, capirà presto durante questa settimana in che razza di ambientino si è cacciato.

PESCARA GIÙ – Intanto, viene scritto il primo verdetto della stagione: Pescara retrocesso. Il destino era segnato, e da ben prima che Zdenek Zeman tornasse a sedersi su quella panchina. Il certificato tuttavia arriva in circostanze che sembrano proprio a che fare con il destino. Il Pescara lascia aritmeticamente la Serie A perdendo contro la Roma, sede dell’ultima illusione boema, il giorno dopo il ritorno in B del Foggia. L’indimenticata Zemanlandia è guidata oggi da Stroppa, ex allievo di Zdenek e suo sostituto al Pescara cinque estati fa, quando ZZ lasciò l’Adriatico per tentare, senza fortuna, l’ultimo sussulto di grandezza appunto alla Roma. A Stroppa non andò meglio: esonerato presto e poi Pescara retrocesso altrettanto precocemente con un record (22 punti), che solo questa squadra senza capo né coda rischia di battere. Intanto, si è ripresa il «primato» di difesa più battuta del campionato, con 74 reti incassate. Il quarto gol giallorosso è roba che non si vede nemmeno sui campi di Terza Categoria, perché nasce da un angolo battuto corto e male da Caprari, intercettato da Salah che poi con El Shaarawy è andato dritto in porta.

UNDICI CONTRO ZERO – Fino al «fattaccio» di Dzeko, tutto troppo facile per la Roma. A lungo la partita è stata una specie di undici contro zero, quelle partitelle che si fanno in allenamento senza avversari giusto per provare gli schemi d’attacco. E infatti dopo nemmeno due minuti gli spallettiani avrebbero già la testa avanti se avanti non fosse giudicato (forse sbagliando) Salah rispetto alla difesa biancazzurra. Gol annullato. Il Pescara controlla gli avversari a un metro abbondante di distanza, non prevede marcature preventive, non accenna pressing. Insomma, campo libero. Alla Roma basta mettere palla in verticale per rendersi pericolosa. Così costruisce sei occasioni nei primi venti minuti (e 15 conclusioni nel primo tempo), con El Shaarawy che se ne mangia un paio, Dzeko e Strootman che sbagliano mira, Nainggolan che colpisce la traversa di prepotenza, legno numero 19 del campionato romanista. Ma il gol non sgorga, e i giallorossi sembrano pure stufarsi un po’, come quando in allenamento vai a prendere le borracce. Allora alla mezzora Bahebeck sorpassa Manolas e Szczesny lo stoppa in angolo: fosse arrivato il gol beffa, sarebbe stato come in quelle partite alla PlayStation che fai ripartire per l’arrabbiatura, non prima di aver spaccato il joypad.

I GOL – Invece gol non è e la Roma la chiude a cavallo dei due tempi. Solito schema: affondi verticali, e a Paredes non sembra vero di poter lanciare così, e inserimenti degli interni, che affondano in una difesa slabbrata. Strootman segna il gol del vantaggio al 44’ a porta vuota su assist di El Shaarawy, Nainggolan fa il 2-0 un minuto dopo su coproduzione di Salah e Dzeko in campo aperto. Il terzo nasce da una penetrazione di Emerson – sia mai che qualcuno si degni di fermarlo –, scarico per El Shaarawy e secondo assist per il primo gol di serata di Salah, che poi fa 13 (gol in campionato) nel modo già descritto. E quando tutti cercano Dzeko per farlo segnare – Salah butta la tripletta solo davanti a Fiorillo cercando l’assist per il 9 e facendo infuriare Spalletti –, Dzeko esce: direttamente negli spogliatoi, senza passare dal via. La Roma si ferma, il Pescara – che se potesse giocare solo nei 30 metri avversari sarebbe una squadra – si fa vivo: paratona di Szczesny su Caprari, gol di Benali, palo finale di Biraghi su punizione. Con la rete pescarese fanno 48 gol di giornata, record da quando la Serie A è tornata a 20 squadre. E tutte hanno segnato, tranne il Genoa. Strano, visto contro chi giocava…

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