La Roma senza mezze misure

Solo il Napoli ha segnato un gol in più, ma appena quattro squadre hanno una difesa peggiore. Basta questo banale dato per spiegare come esce la Roma di Fonseca dalle prime tre partite ufficiali: otto reti all’attivo, sei incassate, una squadra bellissima quando attacca e fragile quando deve proteggere tutto quanto di buono riesce a costruire. Il primo tempo di Roma-Sassuolo è il manifesto del calcio di Fonseca: aggressione «alta» per rubare palloni e far male alternata a un possesso palla ragionato, che ha portato al raddoppio di Dzeko. Domenica dopo il 60°, come era accaduto nelle prime due uscite, è arrivato un naturale calo fisico e si è visto l’altro lato della medaglia: al di là della doppietta di Berardi, quando la Roma abbassa ritmi e attenzione, perde le distanze e diventa troppo facile creare pericoli a Pau Lopez. Detto che potrebbe essere un difetto strutturale, Fonseca è convinto di aver trovato dei rimedi: un terzino, in questo caso soprattutto Florenzi, sale meno dell’altro. Una sorta di difesa «a tre e mezzo» per non lasciare da soli i due centrali che in questo momento rappresentano l’anello debole. Veretout è l’uomo-chiave della svolta in mediana, il sostituto di Nainggolan arrivato con un anno di ritardo, col dinamismo che manca ai suoi compagni di reparto. In attacco le soluzioni non mancano e Mhkitaryan ha giocato la prima con la Roma come se fosse qui da una vita. E se Dzeko è una certezza ritrovata, Kluivert è una piacevole sorpresa. Lo scrive Il Tempo.

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