La Roma scopre la rivoluzione che non finisce mai

La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Il mese di aprile ci regala il traguardo dei primi 10 anni delle proprietà USA nella Roma. La prima sorpresa è che in questi anni i giallorossi non hanno vinto alcun trofeo. L’alibi della Juve cannibale funziona solo in parte perchè i due lustri hanno visto Inter e Milan a livelli minimi (i rossoneri hanno portato a casa un trofeo) e Lazio e Napoli hanno saputo fare lo stesso. Altrettanto chiara è la crescita in altri aspetti, dalle infrastrutture al fatturato che ha raggiunto anche quota 300 milioni. Risultati importanti sono comunque arrivati con 3 secondi posti e la semifinale di Champions come gioiello della corona.

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I tifosi hanno poi potuto applaudire giocatori eccellenti anche se quasi tutti sono poi partite per generare plusvalenze. Per portare avanti questo sforzo sono serviti due cambi di proprietà, 3 presidenti, 3 CEO, 2 direttori generalei, 2 amministratori delegati, 5 direttori sportivo, 5 capitani e 8 allenatori. L’impressione è che i troppi cambiamenti non hanno giovato a un progetto che inizialmente è stato accompagnato da promesse eccessive. A fare da cartina tornasole lo è la vicenda legata al nuovo Stadio il cui progetto originario è stato prima cambiato e poi accantonato dalla nuova proprietà.

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