La Roma crolla davanti all’Atalanta. Garcia si gioca tutto contro il Bate

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Il Corriere della Sera (L.Valdiserri) – Saigon era Disneyland, in confronto. Gino e Michele sono troppo interisti per questa Roma, ancora una volta vicina allo psicodramma, ma il titolo del loro libro resta una buona sintesi. Essere asfaltati da Messi, Suarez e Neymar non è piacevole, ma essere sbertucciati da Reja, che i tifosi della Lazio chiamano «zio Edy», è infinitamente peggiore. Finisce 2-0 per l’Atalanta, che si merita il risultato per come ha preparato la gara («Digne e Florenzi sono ali, non terzini, li abbiamo attaccati con i tagli di Moralez e Gomez», è l’epitaffio dettato da Reja) e l’ha interpretata. Finisce tra i fischi di un pubblico giallorosso sempre più sparuto nel numero e fiaccato nelle speranze. La settimana è stata terrificante: pareggio a Bologna, umiliazione a Barcellona e prima sconfitta casalinga (ma terza in campionato) contro l’Atalanta. Il tutto aggravato da una fase difensiva sempre dilettantesca (preso almeno un gol in 17 gare stagionali su 19, questa volta la papera è di Digne) e da una fase offensiva che, senza gli infortunati Gervinho e b, si è inceppata. Prima di ieri la Roma aveva chiuso senza gol solo la gara contro l’Inter.

Le grandi domande sono due. Garcia rischia la panchina? Dopo l’1-6 a Barcellona finirà con una caduta libera come dopo l’1-7 contro il Bayern Monaco? Il miglior alleato del tecnico è il calendario. Il 9 dicembre la Roma affronterà il Bate Borisov in una gara che vale 20 milioni. C’è appeso il passaggio agli ottavi di Champions e basta una vittoria. Uscire dalla Coppa sarebbe deleterio per i conti sotto controllo dell’Uefa (senza i soldi della Champions si vendono giocatori) e fatale per la panchina del tecnico. Girano tanti nomi (Spalletti, Mazzarri, Capello, Prandelli, Lippi), ma, essendo tutti liberi, si può aspettare e incrociare le dita. Il timore di un tracollo è forte nei tifosi e le prossime due gare di campionato sono due trasferte: una difficile (Torino) e una difficilissima (Napoli).

Recuperare almeno uno tra Gervinho e Salah sarà fondamentale, così come mantenere i nervi saldi. La Roma è già stata sventrata due volte dai suoi dirigenti. Da Pallotta quando ha deciso lui il preparatore atletico, depotenziando Garcia. Da Sabatini che ha messo insieme una squadra forte solo negli 11 titolari. Sono stati comprati giocatori parecchio inferiori a quelli che sono andati via (Ruediger/Yanga Mbiwa; Iago Falque/Ljajic); è stato tenuto Iturbe, che è regredito a giocatore di paese («Deve tornare a giocare come in piazzetta » ha detto un Sabatini profetico senza volerlo); non si è tenuto conto della carta d’identità di Maicon, Keita e Totti; è stato mandato in confusione Florenzi facendogli credere di essere più forte di Dani Alves. L’Atalanta fa festa: non vinceva all’Olimpico dal 25 maggio 2003 e a 21 punti si vive molto bene. La Roma, che non andrà in ritiro anticipato, deve trovare in fretta una soluzione. Ora è meglio guardarsi dietro e vedere dove sono Juve e Milan piuttosto che fare l’ennesimo esercizio di presunzione credendosi sempre i più bravi.

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