La Roma brasiliana è ancora in decollo

Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Neanche il tempo di atterrare a Roma e pubblicare i video di Juan Jesus su Instagram che tanto lo divertono, che dal Brasile sono arrivate ieri le dichiarazioni di Alisson rilasciate a «Globo» prima di partire. Il portiere, che in questi giorni di ferie si è goduto in patria sole e moglie incinta, non è contento della situazione che vive: è il titolare di una delle nazionali più prestigiose del mondo, la Roma lo ha acquistato a titolo definitivo, ma al suo posto gioca un portiere che con la selezione del suo paese fa la spola tra campo e panchina e che è a Trigoria soltanto in prestito. Alisson ogni volta che può lo fa presente, ma sempre con garbo e senza mai alzare la voce, convinto che il suo momento, anche in campionato (a breve inizierà a giocare in Coppa Italia, oltre che in Europa League), arriverà: «Mi ha dato un po’ fastidio iniziare dalla panchina perché ero venuto a Roma per giocare e ci sono rimasto male – ha ammesso –. Ma so di piacere all’allenatore e so che scommetteranno su di me».

PAZIENZA – Ecco perché non alza mai la voce e, anzi, nonostante la rivalità, è riuscito anche ad instaurare un buon rapporto con Szczesny. «È un po’ un test, devo essere paziente. L’importante è fare bene in campo, anche perché sento molto l’affetto dei tifosi». Pazienza, in fondo, è la parola chiave che unisce tutti i brasiliani della Roma: la deve avere il miglior amico di Alisson, Juan Jesus, che ha trascorso le vacanze tra Parigi e Roma ed è uno di quelli più inseriti nello spogliatoio, nonostante il suo acquisto (2 milioni per il prestito più 8 per l’obbligo di riscatto se la Roma arriverà tra le prime 17 del campionato) non si possa definire un successo. Partito come titolare duttile, tra centro e fascia sinistra, ha giocato quasi sempre in coppa (7 partite su 8), mentre in campionato ha all’attivo appena 440’ in 9 presenze, tanto che negli ultimi 2 mesi è sceso in campo soltanto un minuto nel derby.

LUCI E OMBRE – Ha giocato decisamente di più Bruno Peres, che tra prestito, riscatto e bonus costerà alla Roma circa 15 milioni (da vedere se cash o con l’inserimento di contropartite), ma il rendimento non è stato ancora all’altezza dell’investimento. In campionato ha saltato soltanto tre partite (Napoli, Palermo e Sassuolo) per un problema agli adduttori, ma a parte i limiti difensivi che la Roma conosceva, è in attacco che ha dimostrato poco, evidenziando uno score basso per uno con le sue qualità. Qualità che, soprattutto in allenamento, mette in mostra anche Gerson, nonostante in partita le abbia fatte vedere soltanto a (minimi) tratti. E i 90’ in panchina contro il Chievo, dopo aver giocato titolare a Torino contro la Juve, sono la foto esatta di quanto debba ancora crescere.

EMERSON TOP – Chi, invece, sta andando bene è Emerson: dei brasiliani è quello che è costato meno (2.5 milioni il riscatto) ed è quello con lo stipendio più bassi dell’intera rosa esclusi Lobont e Seck (circa 600mila euro), ma ha trovato una continuità di rendimento su cui nessuno, Spalletti e Sabatini a parte, avrebbe scommesso. Di fatto, è il titolare a sinistra e per il rientrante Mario Rui, che ancora deve esordire, sarà tutt’altro che semplice togliergli il posto.

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