La grande bellezza che nel calcio italiano manca

Che l’Italia sia un paese matto non si mette in dubbio, lo ha ribadito anche il regista Paolo Sorrentino in occasione dei “Golden Globe”, assegnati a Los Angeles, che ha visto trionfare “La Grande Bellezza” come miglior film straniero e che sono spesso in linea con le successive nomination e premiazioni degli Oscar, il Pallone d’oro di Hollywood.

E che questo pallone in Italia non sia d’oro, ma lentamente si vada scolorendo e quasi bucando, lo si vede dai discutibili, ma legittimi, ranking europei e il conseguente quarto posto negatoci per l’Europa che conta e dagli stadi che sono un insulto al gusto e alla bellezza di questo sport, salvo rari esempi che sarebbero da seguire. Non mi riferisco solo allo “Juventus Stadium”, modernissimo impianto di Torino e primo stadio di proprietà di una squadra italiana, ma anche al “Luigi Ferraris” di Genova che nel 1911 fu inaugurato come “Campo di Via del Piano”, al “Giuseppe Meazza” di Milano, ai piccoli stadi, “Mapei Stadium-Città del Tricolore” del Sassuolo, e “Dino Manuzzi” del retrocesso Cesena (anche se purtroppo in erba sintetica), per citarne alcuni. Lo “Stadio Olimpico” di Roma, il “Bentegodi” di Verona il “San Paolo” di Napoli e il “San Nicola” di Bari, costruito dal più famoso architetto italiano, nonostante la loro importanza sia storica che estetica, presentano anche i limiti importanti della visibilità e della vicinanza al campo, per la loro struttura – appunto – olimpica. Riguardo alla maggioranza degli stadi, invece credo che gli errori siano stati fatti soprattutto in passato, non seguendo chi il calcio lo ha inventato, nella manutenzione e ristrutturazione degli impianti che hanno visto diventare grandi le loro squadre – vedi “Anfield” aperto nel lontano 1884 – anche se per il futuro prossimo varie società potrebbero voler cambiare luogo, costruendo nuovi stadi più moderni e capienti.

kop liv anfield

 

 

 

 

 

Sarebbe potuto essere così anche per “Campo Testaccio” ad esempio, dove poche settimane fa, tanti tifosi romanisti (compreso Giorgio Rossi, storico massaggiatore della Roma) si sono ritrovati per dargli di nuovo la dignità che gli spetta e una ripulita, poiché abbandono e degrado lo hanno reso negli ultimi anni un posto irriconoscibile.

foto CampoTestaccio

 

 

 

 

Ormai da tempo anche Spagna e Germania hanno raggiunto un alto livello riguardo gli impianti sportivi. Sia esteriormente che giuridicamente. Noi siamo fermi, impantanati come sempre più di frequente tra burocrazia e divergenti interessi, in cerca di una legge chiara e seria sugli stadi, sperando che anche stavolta non sia qualche tribunale o addirittura l’Unione Europea a dichiarare inadeguatezze in qualche settore nel nostro paese (sull’estetica difficilmente potrebbero dare un giudizio).

La bellezza, nel calcio, e in ogni creazione degna di essere italiana, non deve avere scarsa considerazione, ma deve essere sempre rilevante e grande, proprio come il titolo del film che ha fatto vincere, dopo molti anni un regista italiano oltreoceano, anche con alcune immancabili critiche interne, a volte legittime, a volte un po’ meno ,quando sono un mezzo per un “quarto d’ora di fama”.

All’Italia le cose brutte non si addicono, hanno stancato e abbiamo bisogno di una sempre più Grande Bellezza.

 

Edoardo Iacolucci 

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