«Io, Zico, sempre lontano dal potere. Ecco perché sarei l’uomo giusto»

Fifa

Corriere.it – Ha chiesto alla moglie cosa ne pensasse e poi lo ha scritto di getto sulla sua pagina Facebook. “Perché non potrei essere io il prossimo presidente della FIFA?” Così è nata l’autocandidatura di Arthur Antunes Coimbra, 62 anni, Zico per tutti. Secondo soltanto a Pelé tra gli idoli del calcio brasiliano. Sempre che non venga impiombato dal fuoco amico della sua federazione, dentro fino al collo nella gestione Blatter, come dimostrano le inchieste.

Già, perché Zico?
«Ho esperienza a tutti i livelli, giocatore, tecnico e dirigente. In vari paesi del mondo. Sono stato ministro dello Sport. Tutta la mia vita è trascorsa nel calcio, e dalla passione sono venuti gli impegni che ho esercitato ovunque con serietà e onestà».

Non sarebbe meglio espugnare la sua federazione, prima di guardare in alto?
«E perché? Quella sì che è una missione impossibile (ride). Lì le nomine sono tutte decise a tavolino, nessuno fuori dai giri può salire ai vertici del calcio brasiliano. Guardiamo i due boss attuali. Il numero uno è indagato (Marco Polo Del Nero, fuggito da Zurigo non appena è scoppiato il caso, ndr ), il suo vice e ex presidente è in galera (José Maria Marin, ndr ). Ovviamente mi auguro che quanto sta succedendo porti aria nuova anche in Brasile».

Occorre comunque l’appoggio di una federazione per cominciare.
«Vedremo. Io ho appena cominciato a pensarci, ho solo presentato un’opzione. Non necessariamente devo partire dal Brasile. Prima voglio capire come saranno organizzate queste elezioni, c’è ancora tempo. Io credo che sia giusto dare la possibilità a chiunque di candidarsi, non attraverso giochi tra le federazioni. Si è visto a cosa hanno portato le regole in vigore. Io non mi presento portando gli interessi di qualcuno, voglio andare là a fare un buon lavoro».

Negli ultimi anni lei ha girato il mondo come tecnico. Ora è tornato a Rio de Janeiro. Cosa pensa di fare fino al prossimo congresso Fifa?
«Dovrei avere un impegno come tecnico in India da settembre a dicembre, ma ancora non ho firmato. In ogni caso non cambia nulla».

L’Europa stretta attorno alla figura di Platini non sarà facile da convincere, anche se da noi Zico è molto amato.
«È troppo presto, siamo all’inizio dell’inizio di tutto. Ripeto, prima voglio sapere le regole del gioco».

C’è già un favorito, secondo lei? Blatter riuscirà a nominare un successore?
«Non lo so. Mi auguro che in questo momento il calcio mondiale sia all’anno zero, sia come nomi sia come regole. Quello a cui abbiamo assistito è davvero troppo».

Non trova strano che adesso tutti, indistintamente, dicano che il mondo del calcio è marcio? Dov’erano prima?
«Se si riferisce a me, ha sbagliato persona. Io dico da tempo quello che penso sulla federazione brasiliana, la Fifa, l’organizzazione dei tornei, i calendari. Sono stato molto danneggiato per questa ragione. Mi hanno trattato per anni come il brutto anatroccolo, mentre altri ex hanno avuto onori, denaro e privilegi. Ora sono tutti bravi a dire che bisogna cambiare tutto».

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