
La Gazzetta dello Sport (M.Brega) – Quale futuro tecnico per l’Inter che cambia allenatori come fossero calzini? Prima di entrare nello specifico del tema panchina va ricordata l’altra importante novità della serata nerazzurra iniziata con l’esonero di Stefano Pioli. Come responsabile dell’area sportiva di Suning, l’impero capace di fatturare 50 miliardi di euro all’anno, arriva Walter Sabatini. L’arrivo dell’ex d.s. della Roma – contratto rescisso nell’ottobre scorso – avrà ripercussioni anche sul mondo Inter. In attesa di verificare come andrà la convivenza con Piero Ausilio, l’uomo mercato nerazzurro, fresco di rinnovo triennale, va ricordato che Sabatini – maestro delle plusvalenze, vedi tra gli altri gli affari Benatia, Marquinhos e Lamela – è da sempre amico di Conte, nonché il dirigente che aveva riportato a Roma Spalletti. Non a caso i due più seri candidati per il dopo Pioli.
VECCHI BIS – Stefano Vecchi infatti torna Caronte per tre partite (con Daniele Bernazzani alla Primavera), ma il toto panchina per la prossima stagione era scattato da tempo. Addirittura quando l’Inter di Pioli infilava una vittoria dopo l’altra. Un elemento che alla lunga ha finito col delegittimare il tecnico di Parma agli occhi dei giocatori, ma che si giustifica col fatto che Conte e Simeone sono gli unici due allenatori (teoricamente) raggiungibili in grado di accendere in fretta un progetto ambizioso come quello di Suning.
CONTE SU TUTTI – L’ex ct della Nazionale è il primo della lista. Già contattato più volte, gli è stato promesso un ingaggio in doppia cifra, un mercato sontuoso e una sorta di carta bianca nella gestione sportiva. A meno che gli ultimi sviluppi non cambino il quadro (ieri c’era in sede Dario Baccin, promesso capo degli osservatori prima del ribaltone), al suo fianco Conte avrebbe quel Lele Oriali – anima interista e tra i segreti del Triplete – con cui ha creato un asse di cemento anche in azzurro. Conte ha chiesto tempo, già venerdì potrebbe vincere la Premier con il Chelsea e con il titolo in tasca andrà a bussare alla porta di Abramovich. Tra le cose in cui il magnate russo difficilmente lo accontenterà c’è il togliergli di torno Marina Granovskaia, il potente braccio destro con la quale Conte non ha mai legato. E il fatto che il tecnico leccese non abbia mai detto «Resto al Chelsea al 100%» fa pensare. Appena sotto di lui c’è Diego Simeone, impegnato stasera in Champions contro il Real. Se anche lascerà l’Atletico, il Cholo però potrebbe finire al Psg, al posto di Emery. Lui e Conte comunque sanno che il treno Inter a meno di sorprese non ripasserà nel 2018.
DIETRO, MA PIÙ FACILE – Se non si arrivasse ai prescelti, la pista più praticabile porta a Luciano Spalletti. Il toscano non resterà alla Roma e si era già offerto indirettamente all’Inter. La dirigenza gli ha chiesto di attendere, avendo Conte la precedenza. Piace molto anche Maurizio Sarri, che però è legato al Napoli da altri tre anni (con opzione di uscita nel 2018) di contratto. Difficile che il tecnico azzurro possa rompere con De Laurentiis, ma Suning potrebbe offrigli un ingaggio ben superiore ai 2 milioni (bonus inclusi) che guadagna attualmente.
