Cristian Chivu ha parlato ai microfoni di Sky Sport. Queste le sue parole:
Il valore che dai a questa continuità che la squadra ha trovato dopo l’inizio, e nello specifico il valore che dai a una vittoria come quella di questa sera, che non era semplice, con una partita sbloccata subito ma poi anche tanto sacrificio nel secondo tempo, quando è tornata fuori la Roma?
“È tutto merito di questi ragazzi, che sono calati subito nella realtà di questo campionato, che hanno lasciato alle spalle le delusioni dell’anno scorso, si sono rimessi in gioco e lavorano tanto per continuare a dimostrare che questa è una squadra forte, che può lottare e competere in tutte le competizioni”.
Qual è la cosa più importante che hai messo dentro questo gruppo? I giocatori sottolineano spesso il lavoro fatto anche sul piano emotivo per rialzarsi dopo un finale di stagione deludente. Di cosa vai più orgoglioso in questa continuità e in questa autostima ritrovata?
“Sono fiero di come stanno lavorando, di come si preparano mentalmente ad affrontare certe partite, a capire i momenti del match, a saper soffrire e mettersi in gioco con l’umiltà giusta. Sono molto orgoglioso di loro e di quello che stanno provando a fare nonostante le difficoltà quotidiane. Questa partita, dopo la sosta, era un’incognita: tanti giocatori erano via con le Nazionali e bisognava gestire anche il loro recupero, visto che molti hanno giocato due gare da 90 minuti. Sono felice per come hanno interpretato la gara, perché qui a Roma non è mai semplice: è una squadra allenata bene, forte, e con questo tifo non sarà mai facile per nessuno”.
Già nelle scorse partite avevamo notato come l’Inter recuperasse molti palloni in zona alta contro squadre in uscita. Ma farlo contro la Roma, che resta la miglior difesa del campionato, è un’altra cosa. Tra le innovazioni che hai portato, il pressing alto può essere considerato la principale?
“Stiamo cercando di fare questo, anche se non sempre ci riesce. Oggi nel primo tempo abbiamo speso tanto, venivamo da un solo allenamento tutti insieme. Andare a pressare una squadra come la Roma, che a volte gioca a doppia o tripla ampiezza, non è semplice: rischi di esporre spazi centrali e favorire le ricezioni tra le linee, come cercavano di fare con Dybala. Finché abbiamo avuto energia l’abbiamo fatto abbastanza bene, poi nel secondo tempo siamo calati fisicamente e la loro bravura ci ha costretto ad abbassarci. Ma siamo stati bravi a soffrire e a interpretare il momento della partita: difendere e ripartire”.