Il Messaggero (P. Condó) – Non c’è nulla di scontato o tanto meno di banale nell’empatia generale che ha governato i drammatici minuti di Udine. La paura per Evan Ndicka è stata vissuta ai diversi livelli di coinvolgimento – De Rossi e i suoi giocatori, l’Udinese, l’arbitro Pairetto, il pubblico friulano – ma con un comune denominatore umano ben rappresentato da tutti, e che ha giustamente lasciato mano libera alla Roma sulla decisione da prendere. Ieri in Friuli il calcio si è riappropriato della sua anima collettiva.

Udinese-Roma è stata sospesa a una ventina di minuti dalla fine quando la squadra di De Rossi, dopo aver a lungo remato in svantaggio, stava provando a vincere il match con alcuni uomini – vedi Dybala – che non può permettersi di risparmiare. E’ chiaro che la stella polare più immediata della Roma e del Milan sia il derby di ritorno europeo: De Rossi a Udine è partito con tre soli titolari certi di coppa, Pioli col Sassuolo aveva fatto lo stesso