Il timore di finire come l’amico Totti

Da una parte la voglio di continuare a giocare a Roma; dall’altra la decisione di non rinnovargli il contratto. De Rossi contro la Roma, in sintesi. Le parole di Daniele aiutano a capire la questione sul suo mancato rinnovo: “Il non rinnovo del contratto mi è stato comunicato ieri (lunedì, ndr), ma ho trentasei anni e non sono scemo. Ho vissuto nel mondo del calcio: se nessuno ti chiama per un anno o per dieci mesi, nemmeno per ipotizzare il contratto, la direzione è quella. Ci siamo parlati poco quest’anno, un po’ mi è dispiaciuto. Le distanze a volte creano questo e spero che si migliori perché sono un tifoso della Roma“. Chiarissimo il riferimento a Pallotta che non mette piede a Trigoria da oltre un anno. Ancora il Capitano: “Non ho rancore nei confronti di nessuno, parlerò col presidente un giorno… E con Franco Baldini“, proprio Baldini che da lontano detta la linea e suggerisce molte mosse a Pallotta. Una frase che non lascia dubbi: “Fare il dirigente non mi attira particolarmente, anche se qui a Roma avrebbe un senso diverso. La sensazione è che, anche guardando chi mi ha preceduto, ancora si possa incidere poco (e guardava Totti… ndr), si possa mettere poco in un ambiente che conosciamo bene. Faccio fare il lavoro sporco a Francesco e un giorno se cambierò idea lo raggiungerò. E’ vero che mi accoglieranno abraccia aperte, ma mi piacerebbe fare un lavoro che vorrei fare“. Il che vuol dire che non vuole fare la fine dell’ex capitano romanista. Lo scrive Il Messaggero.

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