Il progetto stadio slitta. Mancano i soldi necessari per le opere pubbliche

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La Gazzetta dello Sport (A.Catapano) – Anche il 15 novembre è passato, senza notizie. In Regione (anzi, in Comune, che provvederà a inviarlo alla Pisana, ma è solo un passaggio formale) due giorni fa aspettavano il progetto definitivo dello Stadio della Roma, con le integrazioni richieste a settembre. Non è arrivato e non è stato fissato un nuovo termine di consegna. Liberissimi i tecnici che ci stanno lavorando di prendersi altro tempo (e di andare oltre le date ripetutamente annunciate da Pannes e Pallotta, ormai tutte superate), ma è chiaro che la Regione non aprirà alcuna Conferenza di servizi senza avere in mano il dossier definitivo. E di questo passo l’idea di far partire i lavori nella primavera del prossimo anno sta diventando un’utopia.

CHI LI METTE? Pazienza. Se non fosse che l’ostacolo più rognoso contro cui si è incagliato il progetto-Tor di Valle non sta nei tempi di consegna, né in quelle integrazioni ritenute «non rilevanti», che comunque vanno inserite nel dossier, ma nei soldi necessari per tutte le opere pubbliche che Parnasi e Pallotta si sono impegnati a realizzare, dopo una lunga e ormai nota trattativa con Marino e i suoi assessori. Opere — notissime anche queste: il prolungamento della Metro B (o il potenziamento del treno Roma- Lido), gli interventi di viabilità su Ostiense, via del Mare, Raccordo e Roma-Fiumicino, il ponte pedonale verso la Magliana, il parco — cui il Comune ha agganciato il riconoscimento della «pubblica utilità» dell’impianto e la concessione dell’agibilità. Opere che costano almeno trecento milioni e che vanno interamente finanziate da privati. Privati dei quali, però, non c’è traccia (a proposito, che fine farà Starwood, appena acquistata da Marriott?). Pallotta si è impegnato a coprire una parte minoritaria della cifra, circa 50 milioni. Gli altri chi li metterà? Una domanda da 250 milioni di euro. E un problema sempre più grande.

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