Il prefetto: «Derby a porte chiuse»

Franco Gabrielli

La Gazzetta dello Sport (A. Catapano) – Derby a pranzo o a colazione? Stadio aperto o chiuso? «La realtà supera la fantasia», dice il prefetto Franco Gabrielli a proposito della nuova ondata di Mafia Capitale. Si sarebbe potuto dire lo stesso di quanto avvenne, il 25 maggio scorso, prima dell’ultima stracittadina. «Neanche giocarlo a mezzogiorno darà garanzie di sicurezza — insinua il prefetto —: l’ultima volta gli accoltellati ci sono stati alle 16.30, ci rendiamo conto?». Un po’ tutti, e da un pezzo, se ne sono resi conto. «Solo a Roma si usano le cosiddette “lame”come ai tempi di Caravaggio — prosegue Gabrielli ai microfoni di Radio Roma Capitale —. È un problema culturale o sociale», ipotizza.

IMMATURA Già. Ma il tema è: come uscirne? Gabrielli lancia ai naviganti lo stesso avviso che uscì, invano, dall’ufficio del suo predecessore, Giuseppe Pecoraro. «Noi abbiamo il più grande stadio del Paese in un sito che è quanto di più infelice per la gestione dell’ordine pubblico». E «se due persone vengono aggredite e accoltellate da venti scalmanati nonostante la presenza di 1700 agenti, vuol dire che il problema è molto più profondo e difficile. Perciò — conclude Gabrielli — dico chiudiamo lo stadio: evidentemente questa città non è matura per superare queste situazioni».

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