Il precario Totti nonno d’Europa

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Il Messaggero (M.Ferretti) – C’è chi alla sua età ha già smesso da anni, ha preso un botto di chili e ha cancellato per sempre il pallone dalla propria vita. E c’è pure chi, con gli stessi suoi anni, è già un allenatore affermato, e il pallone lo vede da tutt’altra prospettiva. Invece lui, Francesco Totti, classe 1976, è ancora lì, sul campo. Senza un filo di panza, con gli addominali scolpiti e la voglia di un esordiente. Chi non gli vuole bene sostiene che farebbe meglio a seguire, seppur in ritardo, l’esempio di Ronaldo, Shevchenko oppure di Seedorf e Stramaccioni, suoi coetanei, ma Francesco non ci pensa proprio.

Il capitano della Roma non molla, e il 22 di questo mese comincerà il 24° campionato della sua carriera. Magari non più con l’etichetta di titolare, magari non più con il fisico dell’anno dello scudetto ma con la classe di sempre. Perché quella non conosce età. E poi, senza voler mancare di rispetto alla Storia della Roma, sarebbe davvero triste se la squadra di Rudi Garcia dovesse (ri)partire con un ragazzo di quasi 40 anni al centro dell’attacco: Totti, si sa, vorrebbe giocarle ancora tutte, ma la Roma dovrà essere brava a sfruttare il suo talento, prossimo ai titoli di coda, senza correre il rischio di mandare a quel paese anni e anni di numeri a colori. La Roma deve rispettare Totti; Totti deve rispettare se stesso e la Roma.

NON È QUESTIONE DI SOLDI – Che siano gli ultimi mesi di Totti calciatore della Roma ci sono pochi dubbi, al momento: il club, sull’argomento, non si è mai sbilanciato pubblicamente, e la stessa cosa ha fatto il capitano. Ma i segnali che arrivano da Trigoria sono quelli, anche se il presidente James Pallotta continua a dire che Totti sarà a vita nella Roma. È impensabile che Francesco ne faccia un discorso economico, cioè che la sua eventuale permanenza in giallorosso sia vincolata all’ingaggio proposto dal management italiano di Jim.

Ha guadagnato abbastanza per potersi permettere – ad esempio – un ingaggio-simbolico alla Tommasi, cioè restare al minimo di stipendio, meno di 2 mila euro al mese. Non ci ha pensato, ma potrebbe pensarci se la situazione dovesse prendere una certa piega. Se accettasse le offerte che gli arrivano sistematicamente da Usa o Qatar, Totti guadagnerebbe ancora cifre impensabili: lui, invece, vuole (vorrebbe) tener fede all’unicità della sua maglia. Ma, ormai, tutto questo non dipende da lui, o solo da lui. E la faccenda, vedrete, si trasformerà presto in uno stucchevole tormentone.

Il fatto che Totti abbia già una sorta di contratto da dirigente, una volta smesso di giocare, conta poco: qui si sta parlando del Totti calciatore, che non ha assolutamente fissato al 30 giugno del prossimo anno la fine della sua carriera come recita il contratto in essere con la Roma. Ad oggi, la sua idea è questa, poi tutto – in un senso o nell’altro – nei prossimi mesi potrebbe accadere.

RECORD D’ETÀ – Nell’attesa, vale la pena sottolineare un dato: Totti è il Nonno d’Europa. O meglio, portieri esclusi (che poco fanno i conti con gli anni), è il calciatore meno giovane nei principali tornei continentali. E se non ci fossero Zè Roberto nel Palmeiras, classe 1973, Oscar Alejandro Limia nell’Arsenal de Sarandi (’75), Mario Yepes nel San Lorenzo de Almagro e Magno Alves del Fluminense, due ’76 più anziani di lui, Francesco sarebbe anche il Nonno del Mondo. Ma va bene così, o no? In Europa il più vecchio è il portiere Mark Schwarzer del Leicester, classe 1972, l’australiano battuto dal dischetto proprio dal capitano della Roma con la maglia azzurra a Germania 2006. Extra Europa ecco il leggendario Rogerio Ceni, classe 1973, portiere goleador del San Paolo, 127 reti in carriera.

«FORZA EDIN» – Il prossimo arrivo alla Roma di Edin Dzeko lo esalta, alla faccia di chi da anni sostiene, bugiardo, che lui non voglia grandi attaccanti in giallorosso. E allora Montella? E allora Batistuta? Totti coltiva il sogno di essere il primo giocatore della storia della Roma a vincere due scudetti e sa che più compagni bravi arrivano e più aumentano le probabilità di poter centrare l’obiettivo. Sa anche, però, che – come detto in precedenza – non ci saranno più tante altre opportunità per provarci. Forse. Ecco perché la vita è adesso, come canta Baglioni…

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