gazzetta.it (C. Zucchelli) – Ad aprile, di lui, aveva scritto persino la BBC, in Inghilterra. A Roma, invece, fin da quando lo scorso febbraio la società aveva occupato uno dei due slot da extracomunitario per tesserarlo, Morgan De Sanctis e tutti i rappresentanti del settore giovanile, hanno sempre cercato di tenere i riflettori bassi su Felix Afena-Gyan, il giovane attaccante della Primavera che ieri a Cagliari Mourinho ha gettato nella mischia nel secondo tempo.
Con Mayoral sul divano di casa e Shomurodov in panchina, Mourinho, dalla tribuna, ha indicato lui accanto ad Abraham e forse neppure il giovane ghanese se lo aspettava. Esordio in un momento complicatissimo, ma Felix, così lo chiamano tutti anche se tecnicamente è il nome e non il cognome, non ci ha pensato più di tanto. Ha corso, tenuto palloni, fatto a sportellate e sfiorato il gol, regalando alla Roma profondità e pericolosità.
Classe 2003 (il primo di quell’annata a giocare con la Roma in campionato), innamorato dei colori giallorossi da quando, a quindici anni, visse con trasporto ed emozione la storica rimonta sul Barcellona, cresciuto in Ghana tra mille difficoltà, con la madre che cercava di farlo studiare e contemporaneamente fargli coltivare la passione per il calcio, è stato notato da Oliver Arthur, l’agente che ha poi gestito il trasferimento verso Trigoria ed è stato indirizzato all’EurAfrica Academy. Da quel momento il ragazzo è messo sotto ed è arrivata l’opportunità italiana: “È la mia grande occasione, il mio obiettivo è arrivare in prima squadra”, le sue parole non appena tesserato dalla Roma.
De Rossi, dallo scorso anno, ha iniziato a lavorarci su insieme ai suoi collaboratori e finora Felix lo ha ripagato con sei gol in cinque partite. Dal punto di vista fisico è molto strutturato per essere un diciottenne, ha rapidità e potenza muscolare, gioca punta accanto allo svedese Voelkerling Persson, ma può svariare su tutto il fronte d’attacco.
Mourinho, che stanotte lo ha nominato nel suo post su Instagram, ha iniziato a farlo allenare con continuità in prima squadra durante la sosta per le Nazionali ed è rimasto colpito dai suoi muscoli e, soprattutto, dalla sua rapidità fuori dal comune. Sembra che la alleni molto, anche per supportare nel migliore dei modi la sua struttura fisica e il merito è anche dell’atletica che ha praticato da piccolo. In ogni caso è stata proprio la sua rapidità, lo scorso dicembre, a convincere la Roma a tesserarlo dopo un periodo di prova. “Io in allenamento dò sempre il massimo, l’esordio è un’emozione inspiegabile“.