Il difensore della Roma Dean Huijsen, di proprietà della Juventus, ha rilasciato un’intervista per La Gazzetta dello Sport. Tra i temi affrontati dal classe 2005 c’è la nazionale, la Roma, e il suo futuro. Queste le sue dichiarazioni:

La Nazionale, ci racconti com’è andata?
“Non c’è molto da dire, è stato semplice: mi è arrivato il passaporto spagnolo e non ci ho pensato su molto. È stata una scelta dettata dal cuore che non ho fatto fatica a prendere”.

Bisogna fare un passo indietro e raccontare la sua storia.
“Con piacere. lo sono nato ad Amsterdam nel 2005, e nell’estate del 2010, curiosamente quella della finale Mondiale tra Spagna e Olanda, i miei hanno deciso di trasferirsi a Marbella”.

Come mai?
“Erano anni che andavano sulla Costa del Sol in vacanza, e hanno deciso di cambiare vita. Una prova di uno o due anni. Non siamo più andati via”.

L’Olanda come l’ha presa?
“Con fairplay. Ci sono rimasti male, gli dispiaceva perdermi, ma non hanno fatto storie”.

E i suoi genitori?
“Massima libertà di scelta. Mi hanno detto di fare ciò che sentivo e volevo, loro mi avrebbero appoggiato in ogni caso”.

Insomma, è sempre stato più di Sergio Ramos che di Van Dijk.
“Assolutamente, era il mio idolo. E non lo dico perché è andaluso, la regione dove sono cresciuto. Per me Sergio Ramos è stato uno dei centrali più forti nella storia del calcio”.

Ora si trova tra due squadre anche a livello di club. E stato prestato dalla Juve alla Roma.
“Una cosa che non succede tanto spesso. Sinceramente non sono stato lì a pensare più di tanto. Si è presentata l’opportunità e l’ho presa al volo”.

Secondo lei come mai alla Juventus non giocava?
“Sinceramente non lo so. So solo che quando mi hanno offerto di andare alla Roma l’idea mi è piaciuta molto, perché è un gran club e poi se ti chiama uno come Mourinho è difficile dire di no”.

 Effettivamente… Sperava di giocare tanto?
“Ho pensato che se mi chiamavano era perché avevano bisogno. Poi il resto me lo sono conquistato. Ogni minuto giocato è frutto di lavoro e sacrificio”.

E tempo qualche settimana è cambiato l’allenatore, da Mourinho a De Rossi. E ha continuato a giocare.
“Si e penso sia un buon segno. È ciò a cui mi riferivo quando parlavo di conquista. Mi sono adattato rapidamente al cambio, anche perché si tratta di due tecnici e persone eccezionali. Sono circondato da grandi compagni: mi diverto, imparo”.

Dopo il cambio in panchina la Roma ha iniziato a volare.
“Sì, stiamo bene, vediamo dove possiamo arrivare. L’obiettivo ovviamente è la Champions”.

E l’Europa League contro il Milan?
“Due partite che io sono costretto a saltare perché non sono in lista, tiferò dalla tribuna. Ce la giochiamo, possiamo passare”.

Il suo futuro?
“Beh, la Roma non ha alcuna opzione d’acquisto. Dal calcio però ho imparato una cosa, non si sa mai ciò che può succedere. Di certo c’è solo che torno alla Juve e mi metterò a disposizione. È il primo grande club che ha creduto in me, non posso che avere parole di gratitudine”.

E con la Spagna? Sogna l’Europeo con la Roja?
“Chiaro che lo sogno. Dipenderà da come terminerà la stagione. E ci sono anche le Olimpiadi. Come vede il mio futuro è sempre piuttosto aperto”.