Guizzo di Pellè ma l’azzurro è sbiadito

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Il Tempo (S.Pieretti) – L’Europeo è troppo vicino. O troppo lontano. Dipende dai punti di vista. Troppo vicino perché c’è molto da lavorare, troppo lontano perché è ancora lontana la condizione ottimale per affrontare al meglio l’avventura francese.

Italia Scozia finisce uno a zero, un gol di Pellè evita inevitabili critiche che in ogni modo arriveranno, se non altro per la pochezza in mezzo al campo e le scarse soluzioni offensive. Era proprio necessario lasciar fuori Pirlo? La partita è avara quanto gli scozzesi, lenta, scolastica, prevedibile; l’Italia è priva di idee, di motivazioni, di brillantezza. Manca pure un numero dieci, un numero otto, un numero undici: non stiamo dando i numeri, ma stiamo analizzando una formazione che – contro la Scozia – mostra soluzioni di facile lettura anche per gli eredi di William Wallace, unica selezione britannica incapace di qualificarsi per la fase finale dell’Europeo. Conte sceglie Giaccherini e Florenzi come interni di centrocampo, e la soluzione non sembra illuminante; la manovra ne risente tanto quanto il palleggio, gli inserimenti con effetto sorpresa non portano risultati sotto porta, con i due che scappano in profondità De Rossi è quasi sempre costretto a giocare sugli esterni dove l’iperattivo Candreva – e il giudizioso Darmian – provano a scompaginare i piani degli scozzesi. In avanti Eder sa di giocarsi la convocazione per l’Europeo ma non fa nulla di convincente per guadagnarsi il biglietto aereo per la Francia. La prestazione italica è portatrice sana di narcolessia, il gol di Pellè in avvio di ripresa è un lampo nel buio.

La partita è priva di spunti, il canovaccio tattico, i protagonisti e il ritmo da loro stessi imposto fanno il resto; si parte, e dopo una manciata di secondi Pellè liscia clamorosamente il pallone davanti alla porta. Poi Candreva ci prova su punizione, Giaccherini riprende la respinta del portiere ma calcia addosso allo stesso. La trasmissione di palla degli azzurri passa principalmente per i tre difensori che cercano di impostare la manovra, a centrocampo la qualità non è eccelsa, talvolta si cerca la palla lunga alla ricerca del centravanti boa. La Scozia attende togliendo profondità alla manovra dell’Italia; la posizione molto larga di Candreva e Darmian dà ampiezza, ma la squadra fatica a trovare soluzioni offensive perché lo sviluppo delle azioni sugli esterni è piuttosto lento. Al 23’ Giaccherini sbaglia ancora dopo un assist di Candreva, che successivamente cerca la soluzione personale in un paio di occasioni senza mai trovare la misura.

Sale in cattedra De Rossi, e l’Italia cresce, ma è una fiammata che dura una manciata di minuti: Giaccherini sfiora l’incrocio, Candreva batte al volo senza successo. Sotto porta manca la precisione: Florenzi e Barzagli ci provano da fuori senza trovare lo specchio. All’intervallo è zero a zero.

Nella ripresa – dopo undici minuti – Pellè sblocca con un tiro dal limite che non lascia scampo a Marshall. Conte inizia la girandola dei cambi: dentro Bernardeschi, Insigne e Parolo, fuori Darmian, Eder e Candreva. Trovano spazio anche Zaza e Jorginho, ma l’Italia non cambia marcia. La Scozia sfiora il pareggio con Ritchie dopo un errore in fase di disimpegno da parte degli azzurri: il tiro dal limite sibila alla destra di Buffon. Finisce uno a zero. Conte è soddisfatto dell’applicazione, il gioco verrà.

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