Gomez-Borriello che show. Atalanta, stop sul più bello

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La Gazzetta dello Sport (F.Licari) – E alla fine, come alla fiera dell’Est, non è la Juve che deve guardarsi dal Napoli: ma il Napoli dalla Roma, la Roma dall’Inter e l’Inter (un po’) dalla Fiorentina. La catena per la Champions è uno spettacolo. Merito della bellissima Atalanta e colpa della Roma che, con la partita in mano dopo quasi mezzora, si trova a rincorrere un pari neanche meritato. Un vortice di gol, emozioni, ribaltamenti di risultato (0-2, 3-2, 3-3 finale) e occasioni sprecate. Anche il regolamento dei conti tra Spalletti e Totti: mezzogiorno e mezzo di fuoco, restando in tema con l’ora d’inizio. Il capitano mette la firma tipo Marlon Brando in Apocalypse Now: atteso e nell’ombra, appare un quarto d’ora prima della sigla e acceca tutti con la rete del pari. Dzeko finisce tra i cattivi della lavagna, non l’unico, ma con errori così ripetuti da scomodare Freud. Il vero spettacolo però sono quei due: Gomez, due assist e una partita da paura, e Borriello, due gol.

GARA IN PUGNO – Neanche l’Atalanta può gioire: avrebbe chiuso il discorso salvezza in anticipo, con il successo più bello della stagione. Ma il rimpianto vero è della Roma, lanciatissima e contro un rivale da 12 punti nelle ultime 17 giornate. Spalletti aveva nel mirino il Napoli ansimante e i gruppi di Champions, ora sente addosso il fiato di Mancini. Una grande avrebbe messo in cassaforte la partita dopo lo 0-2 di Digne (scambio in area con Perotti) e Nainggolan (contropiede e botta dal limite) tra il 23’ e 27’. Ma la Roma grande non è ancora. Almeno a giudicare dalla sfilata di sviste individuali e collettive.

ROMA «ERROR» SHOW – Sbaglia per primo Spalletti ritardando il cambio che Digne, infortunato, chiedeva invano: proprio il francese non riesce a chiudere su D’Alessandro nel contropiede lanciato da Gomez, rimettendo così in pista l’Atalanta. Sbaglia Manolas che si perde Borriello in area, su angolo di Gomez, spalancando il 2-2 di testa. Sbagliata è tutta l’impostazione difensiva, con la linea del fuorigioco troppo alta: ne approfitta lo strepitoso Gomez e, in uno degli innumerevoli contropiedi, strapazzato il povero Rudiger, appoggia a Borriello l’incredibile 3-2. La Roma avrebbe 40’, e i numeri, per vincere: ma all’abbuffata di errori vuole partecipare anche Dzeko che sulla trequarti balla come un «10» ma in zona-gol soffre di ansia da prestazione. Scivola, manda al lato o alto, tira debole, trova Sportiello ma non è mai killer. Può darsi sia la pressione di Totti: ma è possibile per uno con la sua esperienza?

ATALANTA E QUEI DUE – La giornataccia della Roma non può nascondere la bellezza dell’Atalanta. Reja si ritrova il gentile regalo di Rudiger laterale su Gomez, però le altre mosse sono tutte sue. Non era facile sfidare Spalletti sul terreno preferito, con un 4-3-3 rischiosissimo anche perché senza De Roon e Cigarini. Il coraggio del tecnico si combina con l’impressionante lavoro dei due esterni d’attacco, Gomez e D’Alessandro, che in un attimo compongono un 4-5-1 difensivo in cui la Roma non ha ossigeno. E il tutto si sublima con Borriello: super nel tenere alta l’Atalanta, scambiare con Gomez e timbrare due volte in rete. Senza che il poco mobile De Rossi gli pesti mai i piedi. Sciupa anche lui il match-ball ma non è giornata da rimproveri, non scherziamo.

TOTTI FINALE – Infine, partita nella partita, il 3-3 di Totti. In un assedio disperato, con un 4- 1-4-1 che di fatto è 3-1-5, visto che Florenzi va a fare stabilmente l’ala. La botta è alla Totti, nell’angolo giusto: altrimenti non è detto che il pari sarebbe arrivato. Le palle perse fanno capire che il capitano non può reggere dall’inizio: ma ormai il suo è un caso che va oltre la tattica, è quasi ideologico. E può squarciare la Roma.

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