Il Messaggero – La difesa è un colabrodo: va rifondata

La Juventus capolista con 59 reti reali vanta il miglior attacco del campionato; la Roma con 57 gol effettivi è alle sue spalle, e sarebbe in testa se contassimo anche le tre reti a tavolino di Cagliari. I campioni d’Italia vantano anche la miglior difesa, con soli 19 gol al passivo; la Roma è al penultimo posto, 51 gol sul groppone (con una gara in meno sul campo), e peggio dei giallorossi ha fatto soltanto il Pescara, 61 reti. Un conto facile facile: la Juve ha un differenza reti di +40 (59-19), la Roma +9 (60-51).

L’ANOMALIA – I numeri ci dicono che non conta avere il migliore (o il secondo) attacco del campionato per concorrere per le posizioni di vertice: la Roma dei tanti gol è distante 21 punti dalla vetta, e 10 dalla zona Champions League. Questo perché pesano più i gol al passivo che quelli all’attivo. Insomma, i problemi della Roma stanno dietro, non davanti.

IL MODULO – Se la difesa non va, è colpa dei singoli e anche delle scelte tattiche operate prima da Zdenek Zeman e poi da Aurelio Andreazzoli. Dalla difesa a quattro si è passati a quella a 3, ma le cose non sono cambiate: la Roma continua a viaggiare alla media di 1,7 reti al passivo a gara. Con alcune individualità che non andavano prima e che continuano a non andare adesso. Stekelenburg, riciclato da Andreazzoli, subisce gli stessi gol che subiva Goicoechea, il pupillo di Zeman; Piris stentava da esterno destro e stenta da centrale di destra; Balzaretti è sparito; Dodò non si è mai visto: Castan raramente riusciva e riesce ad essere determinante in positivo. La nota più lieta arriva da Marquinhos, assente a Palermo perché infortunato; la nota meno lieta è legata al nome di Burdisso, anche al Barbera tra i peggiori in campo. Non v’è dubbio che, al di là del cognome del prossimo allenatore, e del modulo che vorrà proporre, urge da subito trovare giocatori migliori di quelli che ci sono oggi.

LE INDIVIDUALITÀ – Nelle ultime due stagioni sono stati acquistati per la difesa troppi giocatori sbagliati (Kjaer, Heinze e José Angel, quelli arrivati con Luis Enrique) e si è azzeccato veramente soltanto Marquinhos: questo vuol dire che sul mercato si sono commessi parecchi errori che non dovranno essere ripetuti nei mesi che ci separano dall’inizio della prossima stagione. La difesa non è da ritoccare, ma da rifondare. Tirare in ballo soltanto i pregi o i difetti di questo o quel modulo non aiuta a risolvere il problema.
Il Messaggero – Mimmo Ferretti

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