I giallorossi dominano il derby e sognano il triplete

La Gazzetta dello Sport (V.D’Angelo)L’operazione Triplete entra nella fase più complessa. Ma con una coppia di attaccanti come Soleri e Tumminello, è impossibile non puntare al massimo. Dopo aver vinto Supercoppa (contro l’Inter) e Coppa Italia (con l’Entella), la Roma supera agevolmente il primo scoglio nella corsa scudetto, travolgendo la Lazio per 5-0, con tripletta di Soleri e reti di Tumminello e Antonucci, lanciando l’assalto al terzo titolo in una stagione mai riuscito a nessuno in Italia, a livello Primavera.

COPPIA D’ORO – Risultato tondo, come in Coppa Italia nell’unico precedente stagionale, finito sempre 5-0 per i giallorossi. La Roma ha chiuso la pratica derby nel primo tempo con la coppia gol più bella del campionato. Tumminello chiama, Soleri risponde. Tutto in 6’, dal 31’ al 37’. E pazienza se al 18’, sullo 0-0, Anocic si era fatto respingere il rigore dall’ottimo Adamonis. Forte anche della superiorità numerica maturata dopo il fallo da rigore di Cardoselli (due gialli in un minuto) su Soleri, la banda De Rossi ha chiuso prima dell’intervallo il discorso qualificazione, rendendo il secondo tempo qualcosa di più simile a un allenamento che a un quarto di finale scudetto.

LA VAR IN GOL – Anzi, in realtà la ripresa resterà nella storia del calcio italiano per il primo gol assegnato grazie alla Var in una competizione ufficiale in Italia. La firma – neanche a dirlo – è di Soleri, che ha spinto in rete sulla linea di porta una palla respinta dal palo. Rocchi ha annullato per fuorigioco, ma circa 40” dopo, su suggerimento del Var 1 Mazzoleni e del Var 2 Chiffi, ha convalidato la rete perché – grazie all’assistenza video – è stato facile accorgersi della posizione regolare di Soleri, tenuto in gioco da Ceka, finito fuori dal campo nel tentativo di intercettare un cross di De Santis. Non soltanto. I check infatti sono stati tre: prima per valutare se la palla sul cross aveva superato la linea di fondo; poi su due possibili posizioni di fuorigioco in area. Tutto regolare per la Var e 3-0 convalidato. Così i quarti di finale delle Final Eight non hanno fatto altro che confermare quello che Rosetti – responsabile progetto Var – aveva anticipato domenica. «Le varie sperimentazioni ci danno un dato chiaro: la media è di un intervento determinante ogni quattro partite». Perfettamente in linea con le finali: dopo tre gare sotto traccia, la Var ha lasciato il segno.

RIECCO IL «CLASSICO» – Paradossalmente la Roma potrebbe ripercorrere ora lo stesso cammino che ha portato allo scudetto 2016, con l’Inter avversario in semifinale (giovedì a Reggio Emilia) e Juve in finale, qualora superasse la Fiorentina. Meglio pensare alla prima sfida, diventata quasi un classico negli ultimi 12 mesi. Roma e Inter si sono affrontate sette volte dal giugno scorso tra finali 2016, Supercoppa italiana, Coppa Italia e campionato. E il bilancio è nettamente a favore dei giallorossi: 5 vittorie, un pari e una sconfitta. Il pareggio arrivò proprio nella semifinale dello scorso anno, decisa poi ai rigori. Ieri l’Inter ha sofferto contro un ottimo Chievo, domato 2-1 grazie a una prodezza di Rivas nella ripresa. Servirà di più per mettere in difficoltà questa Roma, che sogna un bis scudetto che in Primavera manca dal biennio 2002-04. Ci riuscì un altro club giallorosso, il Lecce. Solo coincidenza?

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