Gervinho, l’intoccabile (inutile) uomo da trasferta

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Il Messaggero (M.Ferretti) – Brutta prestazione, bella vittoria. Ecco come si può riassumere la trasferta della Roma in Ciociaria. La squadra di Rudi Garcia ha fatto un (grosso) passo indietro sul piano collettivo del gioco rispetto alla partita contro la Juventus ma, come accaduto contro i campioni d’Italia, è arrivato il successo. E questa è l’unica cosa che conta. “Dammi i tre punti, non chiedermi niente…” Obiettivo raggiunto, quindi. Senza fuochi d’artificio, ballerine e luci scintillanti. Serviti, se non altro, tutti coloro che pensavano che per Francesco Totti e compagni al Matusa sarebbe stata una passeggiata o giù di lì.

In Serie A nessuno ti regala qualcosa, neppure una neo promossa. Soprattutto se tu Roma non azzecchi la partita o se resti in campo soltanto per un tempo. Con Garcia che, a dire il vero, ha ancora una volta stupito per l’affetto che continua a nutrire nei confronti del suo pupillo Gervinho, probabilmente il peggiore in campo nelle file dei vincitori. L’ivoriano, come era accaduto nella prima giornata a Verona, a sorpresa è stato utilizzato come titolare e, esattamente come contro la squadra di Andrea Mandorlini, non ne ha indovinata una. Ma, ancora una volta, non è entrato nella rotazione delle sostituzioni.

IL SENSO DELLE SCELTE – Fuori Dzeko, fuori Iago Falque poi fuori anche Totti, attacco rivoluzionato ma Gervinho sempre in campo. E sempre continuando a dare nulla o poco più. Domanda: perché? Non c’era alcunmotivo per non sostituirlo, visto il suo pessimo rendimento. Eppure Rudi l’ha tenuto in campo sperando chissache. Probabilmente una giocata che l’ivoriano non riesce a regalare dall’inizio della passata stagione. Un tecnico, questo è al di fuori di ogni discussione, ha il diritto di far giocare chi vuole, però il comportamento di Garcia nei confronti di Gervinho, due volte titolare su due lontano dall’Olimpico, è quantomeno singolare.

E, per più di un verso, inspiegabile. Il fatto è che l’ivoriano dà poco poco in fase offensiva e non aiuta neppure la squadra quando non è in possesso di palla. Ecco perché l’ostinazione del francese nell’impiegarlo ha poco senso. Ma, se non altro, diversamente da quanto accaduto a Verona la Roma di/con Gervinho a Frosinone ha vinto la partita e, quindi, tutte le scelte dell’allenatore teoricamente sono state giuste. Ma non è così; e dopo una vittoria, con 7 punti dopo 3 gare, è giusto,anzi doveroso sottolinearlo.

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