Genoa-Roma, affari di cuore

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Genova per loro, ma anche Genova per chi, come Walter Sabatini, è stato a lungo corteggiato dal presiden­te Preziosi senza mai firmare. Tanti calciatori però, soprattut­to in questi ultimi anni, la firma sui contratti di scambio tra la Roma e il Genoa l’hanno messa eccome. In principio furono Pruzzo e Bruno Conti, adesso l’ex più illustre è Burdisso, che con la Roma lo scudetto non l’ha vinto ma sfiorato sì; quello che poteva essere e non è stato, Itur­be, è altrove; Perotti ed El Shaa­rawy, invece, hanno Marassi nel cuore, ma nella testa e nelle gam­be soltanto il so­gno di rimontare la Juventus.

QUESTIONE DI FEELINGSabati­ni e Preziosi, è noto, intendono il mercato nello stesso modo: «di­namico», lo definirebbero, e que­sto dinamismo ha portato a una se­rie notevole di af­fari tra le due società negli ulti­ mi 5 anni. Dall’estate del 2012, in particolare, la linea telefonica tra Roma e Genoa è stata sem­pre intasata, quasi impossibile trovare libero: il primo è stato Mattia Destro (all’epoca in com­ proprietà col Siena), che sbarcò a Trigoria nell’estate 2012 per 16 milioni, inserendo Verre e Pi­scitella nella trattativa. Da quel momento, le danze si sono aper­te senza freni: Bertolacci in comproprietà, Borriello a fine mercato in presti­to nella città che lo aveva visto esplodere e poi a titolo definiti­vo, Tachtsidis (via Verona), spe­dito in Liguria dopo la fallimen­tare esperienza in giallorosso.

DA NICOLAS A DIEGO – Me­glio, decisamente, è andata a Burdisso, che ha lasciato la Roma dopo pochi mesi con Garcia per rinascere a Genova—dove si è trasferita anche la famiglia — e diventarne il capitano, mentre l’avventura di Iago Falque a Trigoria è durata molto me­no. Partito bene con il tec­nico francese, sparito dai radar con Spalletti, due giorni fa è diventato uffi­cialmente del Torino. El Shaarawy, invece, è diventato ufficialmente romanista lo scor­so giugno, dopo che Pallotta ha staccato un assegno di 13 milio­ni al Milan. Al Genoa è legatissi­mo, è la squadra con cui ha esor­dito in Serie A, e come lui Diego Perotti, l’ultimo grande ex. L’ar­gentino ha davvero un rapporto speciale con Genova ed è stato lui stesso a spiegarlo alla vigilia del ritorno a Marassi, lo scorso aprile pubblicando una sua foto con la maglia rossoblù e il picco­lo Francesco, neonato, in brac­cio, scrivendo: «Un giorno ti par­lerò di quando, come e soprat­tutto dove sei nato, intanto que­sto lunedì papà torna a casa… Genoa­-Roma».

RINASCITA – Per Perotti, infatti, il legame con il Genoa va al di là del calcio, e non solo perché è la città dove è nato il figlio. Il club di Preziosi ha creduto in lui quando, a causa dei tantissimi infortuni, tra Siviglia e Boca ave­ va giocato pochissimo, temendo persino di dover abbandonare il calcio a 26 anni. Il Genoa «mi ha ridato la vita e la carriera», ha poi spiegato Perotti, che in ros­soblù ha giocato 45 partite se­gnando 5 reti. Con la Roma già ne ha fatte il doppio, in 38 appa­rizioni, ma se c’è una squadra a cui volentieri non farebbe gol è proprio il Genoa. Questione di cuore, il mercato stavolta non c’entra.

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