Garcia rischia ma non è l’unico colpevole

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Il Corriere della Sera (G.Tucci) – La ricordate la prova del nove, che confermava una giusta operazione aritmetica? È la stessa che deve affrontare Rudi Garcia in questa settimana. La Roma, infatti, dovrà vedersela dopodomani con il Chievo e sabato con il Milan all’Olimpico. Se i risultati non dovessero essere quelli giusti, il «francese di Testaccio» dovrà preparare le valigie. Non sarà un compito facile quello dei giallorossi, che a Verona non avranno gli squalificati Dzeko, Nainggolan e Pjanic. Il mister è nell’occhio del ciclone e potrebbe saltare, ma perché solo lui, visto che la campagna acquisti è stata organizzata e diretta da Sabatini? La Roma non ha gioco, ma chi ha portato a Trigoria tante mezze figure che non sono servite a nulla? L’elenco è lunghissimo. Chi li ha portati all’ombra del Colosseo e per quale ragione sono stati comprati? Poi, non ci si deve dimenticare della società. La Roma ha un numero uno straniero che vive oltreoceano e ha un modo tutto suo di fare il presidente. Non interviene quasi mai quando la situazione diventa difficile. Al contrario, è ciarliero nel momento in cui si parla della costruzione del nuovo stadio. Il progetto è bello e in futuro c’è bisogno di queste iniziative, ma, secondo voi, è più importante la squadra o il campo di calcio dove dovrebbe giocare? Comprare la frusta prima del cavallo mi sembra un’operazione singolare. I tifosi amerebbero un presidente più vicino ai giocatori, che facesse sentire il suo peso. Garcia potrà andar via, ma dopo che cosa succederà?

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