Frosinone, Viviani: “Per me la sfida contro la Roma non sarà mai come le altre. Cresciuto in simbiosi con Florenzi, De Rossi un leader”

Federico Viviani, centrocampista del Frosinone cresciuto nelle giovanili della Roma, è stato intervistato per il Match Program del club capitolino. Le sue parole:

Incontrare la Roma per lei non sarà una sfida qualunque…
Non sarà mai una partita normale, sono cresciuto con la maglia della Roma, sette anni passati a Trigoria sono indimenticabili.

Perché ha scelto il Frosinone?
Ho passato sei mesi a Ferrara senza giocare neppure un minuto, non so per quale motivo il mister abbia deciso di non impegnarmi, ero trattato come l’ultima ruota del carro. Il Frosinone mi voleva a tutti i costi e io avevo bisogno di tornare a sentirmi importante e rimettermi in discussione… ed eccomi qui!

Ad un mese dal suo arrivo, qual è il bilancio?
Bene, direi abbastanza positivo. Da quando sono qui si sono giocate quattro gare e io sono sceso in campo per due volte. Mi trovo bene con i miei compagni, la società e il presidente e sono certo che piano piano andrà sempre meglio.

Che calciatore toglierebbe alla Roma per la sfida di sabato sera?
De Rossi, Pellegrini, Florenzi, Zaniolo, Dzeko… un po’ tutti! Una squadra fortissima, che ha tutte le carte in regola per fare bene. Hanno la possibilità di giocare una grande partita, speriamo di no, mi auguro che comincino a fare grandi prestazioni dopo aver incontrato noi.

Ritroverà Alessandro Florenzi, con la maglia della Primavera insieme avete vinto uno scudetto…
In quei due anni abbiamo vissuto in simbiosi, dividevamo la stanza in ritiro. Quando io rientravo a Roma dopo essere andato a trovare i miei, Alessandro mi passava a prendere alla Magliana e poi andavamo insieme agli allenamenti. Insomma eravamo sempre insieme.

Non sta passando un ottimo momento, il suo amico Alessandro…
A Roma è difficile, in tanti parlano di calcio. Alessandro ha dimostrato in questi anni che tiene alla maglia giallorossa come se fosse la sua seconda pelle e supererà benissimo questo momento difficile. È un ragazzo eccezionale, è migliorato tantissimo da quando giocavamo insieme e sono certo che trasformerà le voci che ci sono su di lui in applausi, che sono quelli che merita.

Nella Roma c’è anche Daniele De Rossi, l’attuale capitano. Che giocatore è?
Ho avuto la fortuna di giocare con un campione che faceva la differenza allora, la fa oggi e la farà ancora. Gli anni passano per tutti ma si sente quando è in campo; ha carisma, personalità e carattere da leader.

Nella stagione 2011-12 ha conquistato la fiducia del mister Luis Enrique, perché il progetto del mister è fallito?
Lui veniva da una situazione particolare, aveva allenato il Barcellona B ma non si era mai affacciato al calcio di altissimo livello. Essere proiettato in una situazione come quella romana, se non sei abituato a subire certe pressioni non è facile sopravvivere, soprattutto per un allenatore. Aveva idee di un altro calcio, un calcio bellissimo, eccezionale, che avrebbe fatto fare alla squadra un salto di qualità incredibile, ma credo avesse bisogno di più tempo per inculcare il suo credo partendo sin dal settore giovanile. Roma è una piazza esigente e pressante che non ha avuto il tempo di aspettare.

Se dovesse scegliere un ricordo su tutti della sua esperienza in giallorosso?
Sicuramente l’esordio in serie A da titolare, contro la Juve. Porterò quell’emozione con me per sempre. Esordire in una gara così importante e sentita, era la prima Juve di Conte. Purtroppo Francesco (Totti, n.d.r.) ha sbagliato il rigore altrimenti avremmo vinto 2-1. La settimana prima della partita non sono riuscito a chiudere occhio, tutti parlavano di un mio possibile esordio e pensare che si sarebbe potuto avverare il sogno che avevo da quando tredicenne arrivai a Trigoria.

Veniamo ad oggi. Quali sono i suoi obiettivi?
Nei prossimi quattro mesi vorrei migliorare e fare bene con continuità, ne ho bisogno dopo sei mesi difficili. E voglio la salvezza con il Frosinone, sono venuto qui perché ci credo fortemente e sappiamo di poter dire la nostra nella corsa alla salvezza.

A proposito di salvezza, dalla metà di dicembre sulla panchina siede Marco Baroni, anche lui ex giallorosso…
Non lo sapevo, non abbiamo avuto occasione di parlarne. Siamo concentratissimi sulla partita e sulla voglia di portare a casa la partita, giochiamo davanti ai nostri tifosi e vogliamo fare bella figura.

Prima di salutarci, quali sono gli obiettivi alla portata della Roma di quest’anno?
Se devo essere sincero non mi aspettavo tante difficoltà dopo la scorsa stagione, hanno fatto più fatica del previsto. Ma sono in crescita, spero che continueranno a fare bene ma solo dopo sabato sera, speriamo che abbiano un po’ di testa alla Champions, al ritorno con il Porto.

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