Florenzi, riecco il Crotone: «Mi emozionerò»

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Il Corriere Dello Sport (R.Maida) – Un avversario speciale, un grumo di ricordi: Alessandro Florenzi non vuole semplicemente bene al Crotone, che per la prima volta ritroverà stasera da avversario con la maglia della Roma. Alessandro Florenzi deve tutto, al Crotone, che l’ha sgrezzato dopo uno scudetto Primavera e gli ha consegnato la ribalta della Serie B. Era l’estate del 2011. «Esperienza fantastica, fondamentale per la mia crescita – ha ricordato FlorenziHo ancora tanti amici a Crotone, sono molto contento che la società sia riuscita a conquistare la Serie A e sono felice di poter riabbracciare delle persone alle quali tengo. Un po’ di emozione ci sarà ma non vedo l’ora di viverla».

IL PERCORSO – Arrivò a vent’anni, dopo una fugace apparizione nella Roma con Montella allenatore. Il ds Ursino scommise su quel centrocampista tanto carismatico che faceva il capitano nella squadra giovanile di Alberto De Rossi. «L’anno dopo – racconta Ursino a Rete Sport – me lo chiese mezza Serie A ma io avevo un accordo con Sabatini: la comproprietà poteva essere riscattata dalla Roma». Costò circa un milione e mezzo riportarlo a Trigoria, dopo 11 gol segnati in B. Non era il caso di lanciare Florenzi subito, nella pazza e scellerata stagione di Luis Enrique? Forse. Ma l’importante, a conti fatti, è che la Roma sia riuscita a tenerselo, a differenza di altri ragazzi cresciuti in casa ed esplosi altrove.

LA TESTIMONIANZA – A Crotone incontrò come allenatore Leonardo Menichini, che dopo poche settimane avrebbe azzardato una scelta diventata un’intuizione. «Eravamo a Lecce, prima di una partita di Coppa Italia – racconta Menichiniero in difficoltà con i difensori e chiesi ad Alessandro se fosse disposto a giocare terzino. Lui mi guardò e mi disse: mister, che problema c’è?». E così per la prima volta Florenzi venne provato da esterno basso: «Ma con me ha sempre giocato centrocampista nel 4-4- 2. Poi io sono stato esonerato, è subentrato Drago e lui ha continuato il suo splendido campionato. Grandi ricordi anche per me: a Crotone sono stato benissimo, per il tempo che mi è stato concesso».

CRESCITA – Da lontano, Menichini vede un giocatore uguale e diverso: «E’ migliorato tanto sotto il profilo tecnico e tattico. Ma sul piano della personalità mi sembra sempre lo stesso: che affronti il Lecce oppure il Barcellona, Florenzi non ha paura di nulla. E’ un tipo spavaldo e gioca con entusiasmo, divertendosi». E non è finita qui: «Per me può ancora migliorare. A volte è troppo frenetico nelle scelte, cerca giocate difficili. Deve capire che in certe situazioni è fondamentale la semplicità». Ritiene di avergli insegnato qualcosa di prezioso, Menichini: «Io cerco di impostare le mie squadre secondo un concetto semplice che imparai da giocatore, con Nils Liedholm. Bisogna saper controllare le partite, tenere la palla il più possibile per stancarsi poco e correre meno rischi. Florenzi questo concetto lo ha recepito bene».

IL RUOLO – Si discute in continuazione sulla posizione ideale, quella che lo farebbe rendere al meglio. Spalletti lo vorrebbe schierare dal centrocampo in su ma finora non ha quasi mai potuto a causa dei tanti infortuni capitati in difesa: «Con Florenzi paghi uno e prendi tre, perché ovunque lo piazzi sai con certezza di ricavarne un buon livello di prestazioni. E’ chiaro che questo rappresenta anche un limite per il giocatore, che deve continuamente applicarsi a situazioni e posizioni differenti. Per me in un 4-3-3 il suo ruolo ideale è quello di esterno d’attacco, come faceva con Garcia: in quel ruolo ti dà gol, inserimenti ed equilibrio. Ma sono sicuro che Spalletti, un ottimo allenatore, sappia come sfruttarne al meglio le qualità». Chissà che proprio oggi, da probabile capitano, non gli tocchi almeno per un pezzo di partita giocare davanti. «Comunque sia – conclude Menichinivi dico una cosa: qualunque allenatore di qualunque squadra vorrebbe Florenzi in organico. Di giocatori come lui, adattabili ad alto rendimento, non ce ne sono in giro».

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