Due mediani ora sono pochi. Ma l’ideale per il Flaco è il rombo o l’albero

Hanno ragione gli addetti ai lavori quando dicono che i numeri, quando si parla di moduli o sistemi di gioco, contano relativamente. Ma nel caso della Roma di questo inizio di stagione possono essere più importanti di quello che sembrano, anche a dispetto di quello che dice chi poi esercita le scelte: Eusebio Di Francesco. L’esempio di Pastore è il più evidente, non bene nei primi tre tempi in cui è stato schierato da mezzala o esterno alto, lucido e geniale quando il tecnico abruzzese lo ha riportato alle spalle della punta, suo habitat naturale. E da qui però nasce la questione. Se Di Francesco punta sul 4-2-3-1, per De Rossi e Nzonzi diventa dura, devono reggere la squadra per tutta la stagione, anche perché con la partenza di Strootman, l’arretramento di Pellegrini o Cristante potrebbe rivelarsi più problematico. Le alternative tuttavia, scrive Il Corriere dello Sport, non mancano. Una soluzione potrebbe essere il rombo, con un mediano (uno tra De Rossi e Nzonzi), due intermedi  (due tra Cristante, Pellegrini, Coric, magari anche Perotti), un trequartista (Pastore) e due punte; in questo caso sarebbero gli esterni ad essere sacrificati. Un’altra variante invece potrebbe essere l’albero di Natale, con Pastore e Schick ad agire alle spalle di Dzeko, ma risuonerebbe l’interrogativo: che fine fanno gli esterni? Insomma tanti dubbi ed equivoci per una squadra che deve ancora trovare la propria identità. E venerdì c’è il Milan a San Siro.

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