Dzeko, regalo d’addio alla Roma. Per la Samp distrazione fatale

La Stampa (R.Condio)Di Francesco alla vigilia di Samp-Roma: «Dzeko è con noi e gioca». E chi ha segnato l’1-1 al 92’? Sì, proprio il bosniaco che avrebbe già dovuto essere del Chelsea. Ci andrà, perché mancano solo dettagli sul nuovo contratto, ma intanto frutta ai giallorossi un buon pari. Lo stesso di tre sere prima con l’Inter. Ma la situazione resta complicata. Rimaneggiata dagli infortuni, intristita dall’addio del bosniaco, ieri la Roma ha infilato la 5ª partita di fila senza vittoria anche se recupera finalmente il primo punto da situazione di svantaggio. E’ un pari più che meritato ma che la tiene fuori dalla zona Champions, quinta a -5 dalla Lazio. Con il peggio evitato proprio da chi è in partenza e che sotto porta aveva sbagliato molto, rifacendosi come suggeritore.

MALE I RINCALZI – Via gli asterischi dalla classifica, intanto. Sono durati 137 giorni, un record. Rispetto a quel 9 settembre in cui l’allerta meteo causò il rinvio, si cambia molto specie in prima linea. La Roma in emergenza fa festeggiare a Schick il 22º compleanno stando in panchina per 63’ e, senza Perotti ed El Shaarawy, arrivano alla 4ª presenza da titolare Defrel e l’acerbo turco Under. In due mettono insieme 680’ e si vede perché: dopo un discreto avvio, si rivelano i punti deboli di una squadra che invece ritrova quantità e qualità da Pellegrini e Nainggolan. Ben più rodato il tandem offensivo blucerchiato: torna Zapata, stringe i denti Quagliarella, che dopo la tripletta alla Fiorentina proprio non poteva arrendersi a un dolorino alla coscia destra. Regge 51’ e fa bene, visto il rigore trasformato in capo a un primo tempo senza occasioni per pungere.

DI FRANCESCO NERVOSO – Nonostante un campo di nuovo tremendo, è una partita gustosa, con corsa e pressing, a fasi alterne. Chi si diverte poco, fin da subito, è Di Francesco. Scatenato nella sua area tecnica, dopo 9’ ha già battuto i pugni sulla panchina e tirato una bottiglietta. È nervoso per il progetto che si affloscia e c’è da capirlo. Eppure la sua Roma crea, salvo poi sbagliare sotto porta. La Samp, invece, ci mette un po’ a organizzarsi, poi si fa pericolosa con le idee di Torreira e Ramirez. Ma Alisson non deve mai intervenire, non può nemmeno farlo sul rigore che Orsato concede dopo un bel po’, richiamato dal Var, per un mani di Kolarov che intercetta un cross di Zapata, prima con il braccio destro che con il corpo. La Roma protesta per un fallo in avvio di azione di Ferrari su Strootman, che sembrava esserci. Nella ripresa è Alisson a tenere aperto il match negando due volte il 2-0 al neo entrato Caprari. Intanto, il disperato Di Francesco prova la carta Antonucci (debuttante del 1999) che decide. Prima è Dzeko a togliergli goffamente la chance del pari, poi è il baby a offrire l’assist che vale al bosniaco. Giusto così. Domenica sera si replica a campi invertiti. Appuntamento all’Olimpico, dove la Roma avvilita da un mercato a togliere con ogni probabilità non troverà un ambiente favorevolissimo.

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