Dzeko, l’uomo derby della Roma

Corriere dello Sport (R.Maida) – Il terzo trono. Nella sua stagione senza confini, Edin Dzeko ha fissato un traguardo pazzesco: vincere tre classifiche dei cannonieri. In campionato è primo, sia pure in coabitazione con Higuain e Belotti, in Europa League è primo, dividendo il ruolo con Giuliano dello Zenit che però è stato eliminato. Ora c’è la Coppa Italia da scalare, partendo dai 2 gol che ha distribuito ordinatamente contro Sampdoria e Cesena, con l’obiettivo di raggiungere Borriello e Pandev che si sono fermati due gradini più su senza avere più possibilità di migliorarsi.

RAPPORTO – La rincorsa, che nell’ipotesi ottimistica durerà tre partite, comincia stasera dal derby d’andata. Derby, cioè Lazio, cioè ricordi felici. Perché nella sua prima stagione alla Roma, deludente per tanti motivi, il timbro di Dzeko sul derby non era mai mancato: un gol all’andata su rigore che si era andato a prendere, un gol al ritorno quando era entrato dalla panchina. Paradossalmente è rimasto affamato l’ultima volta, nel derby dei centrocampisti Strootman e Nainggolan, capitato in un periodo di leggera flessione: tra l’undicesima e la ventesima giornata, Dzeko ha segnato “solo” 3 reti che sono un risultato misero per un centravanti capace di raggiungere quota 29, a cui bisogna aggiungere 8 pali che avrebbero aumentato la collezione di esultanze.

POSITIVITA’ – La sua familiarità con i derby del resto viene da lontano. Dzeko ne ha giocati soltanto due da titolare a Manchester, naturalmente con la maglia del City, ma è stato capace di segnare addirittura 5 gol. Uno è stato inutile, nella finale di Coppa di Lega 2011/12, quando lo United vinse 3-2. Invece gli altri quattro, divisi in due doppiette, hanno contribuito a una vittoria rotonda in Premier League, per giunta sempre a Old Trafford e dunque fuori casa: 6-1 il 23 ottobre 2011, quando fu inserito da Mancini soltanto al 25’ del secondo tempo al posto di Balotelli; 3-0 il 25 marzo 2014, sfruttando due assist di Nasri. Dzeko, insomma, potrebbe essere tranquillamente ribattezzato Derby.

INSOSTITUIBILE – Non riposerà oggi, non riposerà mai da qui alla fine della stagione in occasione delle grandi partite. Dopo Nainggolan, Dzeko è il calciatore più utilizzato della rosa ed è anche, sul piano strettamente tattico, uno dei più difficili da sostituire. Un altro numero 9 dotato di muscoli, centimetri e insieme tecnica nella Roma non c’è. «In effetti – ha ammesso Spallettise ci venisse a mancare Edin dovremmo cambiare modo di giocare». Eh sì perché il contributo realizzativo non è sufficiente a spiegarne l’importanza all’interno della squadra: Dzeko, per dire, riceve più passaggi da Szczesny, il portiere, che dal suo compagno di reparto, Salah, avendo il compito preciso di addomesticare palloni impossibili, di consentire ai compagni di rifiatare nelle situazioni di emergenza o tensione. Inoltre, come vedete nel grafico, ha già erogato 4 assist e 105 sponde offensive in stagione. Ha anche sbagliato qualche gol, due persino su rigore, ma le imperfezioni nascondono sempre un lato positivo: significa che esistono margini di miglioramento. «E’ un calciatore meraviglioso, gli manca solo un po’ di cattiveria» puntualizza spesso Spalletti. Dzeko lo sa. Per questo chiede a se stesso sempre più.

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